Vai al contenuto

Assegno unico per i figli, resi noti i valori e le maggiorazioni dal terzo figlio: quando sarà erogato

Pubblicato: 05/11/2021 15:41

La prossima settimana, il Consiglio dei ministri discuterà in merito all’importo relativo all’assegno unico, il sussidio economico erogato in favore dI chi ha figli, dal settimo mese di gravidanza, fino al ventunesimo anno di età. Al momento si parla già di possibili cifre minime e massime e sembrerebbe essere anche prevista una maggiorazione per il terzo figlio. L’assegno sarà calcolato sulla base dell’Isee e del reddito.

Assegno unico: sarà calcolato in base all’Isee e avrà valore massimo di oltre 200 euro

L’importo previsto per l’assegno unico di cui si parlerà nei prossimi giorni in Consiglio dei ministri dovrebbe avere un valore minimo di 50 euro e potrebbe arrivare fino a circa 180 euro. Fonti ministeriali riferiscono importanti informazioni, riportate da Ansa, sul decreto attuativo atteso per la prossima settimana. A quanto si apprende, l’assegno sarà calcolato sulla base dell’Isee. Le famiglie con reditti più alti potranno ricevere cifre che si aggireranno attorno alla somma minima di 50 euro. Lo stesso importo dovrebbe toccare a chi deciderà di non presentare l’Isee. L’ergoazione al minimo, spiegano le fonti, avverrà quindi in automatico.

I redditi più bassi potrebbero invece ricevere somme prossime ai 180 euro. Dal terzo figlio in poi, le famiglie potranno ottenere assegni dal valore di circa 250/260 euro per ciascun figlio. Pressocché la metà delle famiglie italiane, riferisce Ansa, dovrebbe avere diritto all’importo massimo dell’assegno unico universale. Il ministro della Famiglia Elena Bonetti, riporta inoltre TgCom24, ha voluto l’introduzione della maggiorazione nel caso in cui lavorino entrambi i genitori. L’iniziativa punta a sostenere il lavoro feminile.

Assegno unico: la partenza prevista per marzo

A partire da gennaio 2022 sarà possibile presentare domanda per richiedere l’assegno unico. Le erogazioni non avranno luogo prima di marzo. Fonti ministeriali specificherebbero come non si tratti di uno “slittamento”, ma di una scelta resa necessaria per permettere alle famiglie di presentare l’Isee dell’anno precedente, sulla base del quale si misura l’assegno. L’Avvenire chiarisce che fino alla data di inizio somministrazione, si procederà con la “soluzione ponte“, che consiste nel mantenimento dei vecchi assegni familiari per i lavoratori dipendenti. Oltre a questi resteranno anche il sostegno temporaneo erogato a partire da luglio scorso per gli autonomi.