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Nada Cella, nuovo colpo di scena nell’inchiesta sull’omicidio: sequestrato uno scooter di 25 anni fa

Pubblicato: 09/11/2021 10:08

Novità nelle indagini sulla morte di Nada Cella, la giovane segretaria uccisa nello studio di Chiavari (Genova) in cui lavorava, nel 1996. 25 anni dopo il delitto, a pochi giorni dalla notizia della riapertura del cold case, il sequestro di uno scooter dell’epoca che sarebbe di proprietà dell’indagata Annalucia Cecere, ex insegnante su cui graverebbe l’ipotesi di omicidio aggravato. Inquirenti a caccia di tracce sul motorino.

Nada Cella, sequestrato uno scooter di 25 anni fa

Il nuovo colpo di scena che irrompe nell’inchiesta sull’omicidio di Nada Cella, la giovane segretaria massacrata nello studio del commercialista dove lavorava, a Chiavari, nel 1996, riguarda il sequestro di uno scooter di 25 anni fa di proprietà di Annalucia Cecere, ex insegnante che attualmente risulta indagata, spiega Ansa, per omicidio aggravato.

La polizia scientifica effettuerà analisi tecniche sul motorino usando anche il luminol per evidenziare eventuali tracce utili alle indagini. Il mezzo sarebbe custodito in un autosoccorso di Cuneo dopo il provvedimento eseguito dalla Squadra mobile di Genova. Secondo quanto emerso, la donna lo avrebbe tenuto in un box e gli inquirenti lo avrebbero sequestrato pochi mesi fa.

Omicidio Nada Cella, la riapertura del caso e le novità

L’inchiesta sull’omicidio di Nada Cella vive una nuova fase che potrebbe rivelarsi cruciale per risolvere un cold case lungo 25 anni. Attualmente, secondo gli elementi trapelati negli ultimi giorni in merito all’attività investigativa in corso, sarebbero 3 le persone iscritte nel registro degli indagati: oltre a Cecere (su cui pende l’ipotesi d omicidio aggravato) difesa dall’avvocato Giovanni Roffo, risulterebbero indagati (per false dichiarazioni a pm) il commercialista Marco Soracco (ex datore di lavoro della giovane vittima) e l’anziana madre Teresa Bucchioni.

Su questi ultimi, difesi dall’avvocato Andrea Vernazza, graverebbe l’ipotesi di aver mentito sugli effettivi rapporti tra il professionista e l’ex insegnante. A imprimere la svolta al caso è stata la determinazione della criminologa Antonella Pesce Delfino, insieme al legale Sabrina Franzone, che ha ripercorso le trame della vicenda, atti alla mano, scovando elementi importanti ma che sarebbero stati sottovalutati in sede di precedente indagine.

Un bacino di tasselli potenzialmente capaci di restituire la verità al giallo, tra cui vi sarebbe anche la testimonianza di una donna (in passato non presa in considerazione) che avrebbe posizionato Cecere in sella al motorino sotto lo studio di Soracco, proprio la mattina dell’omicidio di Nada Cella (il 6 maggio 1996). Ci sarebbe poi un bottone, isolato sulla scena del crimine, uguale a quelli che sarebbero stati trovati allora nella casa dell’indagata (che era già finita sotto la lente investigativa all’epoca con posizione poi archiviata). Secondo lo scenario ipotizzato dagli investigatori nell’attuale fase, Cecere avrebbe agito spinta dalla gelosia nei confronti di Soracco, invece interessato alla segretaria 25enne.

Ultimo Aggiornamento: 09/11/2021 10:09