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I big dell’inquinamento sono i gruppi petroliferi e chi li finanzia: il report

Pubblicato: 11/11/2021 10:24

Chi sono i maggiori responsabili dell’inquinamento globale? In occasione della giornata dedicata all’energia della COP26 di Glasgow, le non-profit Urgewald, ReCommon, Greenpeace e altre 18 organizzazioni della società civile hanno pubblicato la Global Oil & Gas Exit List (GOGEL). Un ampio database sulle attività di 887 società petrolifere e del gas, che rappresentano più del 95% della produzione globale di idrocarburi. Il report GOGEL ha un duplice obiettivo: facilitare il monitoraggio delle società che, ancora oggi, continuano a investire nei combustibili fossili e dissuadere le istituzioni finanziarie a concedere loro denaro sotto forma di prestiti, sottoscrizioni e investimenti.

Quanto vale l’esplorazione di petrolio e gas

Il report GOGEL fa il punto sui nomi delle aziende che stanno investendo in combustibili fossili. E sull’entità degli investimenti effettuati, per sensibilizzare sia il settore finanziario che per l’opinione pubblica in generale. Negli ultimi tre anni, ad esempio, sono stati spesi 168 miliardi di dollari per l’esplorazione di petrolio e gas e più della metà di questo importo è dovuto a sole 16 compagnie. Nel periodo 2019-2021, le prime 5 società con le maggiori spese annuali in conto capitale per l’esplorazione di petrolio e gas sono state PetroChina (6 miliardi di dollari), China National Offshore Oil Corporation ($ 2,8 miliardi), Shell ($ 2,4 miliardi), Sinopec ($ 2,3 miliardi) e la messicana Pemex ($ 1,9 miliardi).

report Global Oil & Gas Exit List (GOGEL) big inquinamento

Le compagnie petrolifere in espansione

L’analisi dimostra che 506 produttori upstream di petrolio e gas prevedono di espandere il proprio portafoglio di produzione di 190 miliardi di barili di petrolio equivalente (bboe, Barrel Oil Equivalent, unità di misura per gas naturali e idrocarburi) entro i prossimi 1 – 7 anni. 14 aziende sono responsabili di più della metà di questa enorme espansione. Le prime 5 sono: Qatar Energy (20 bboe), Gazprom (17 bboe), Saudi Aramco (15 bboe), ExxonMobil (7 bboe) e Petrobras (7 bboe). Colossi come Saudi Aramco, responsabile da sola del 3,5% delle emissioni mondiali di CO2, sono i veri protagonisti del mercato mondiale.

In Italia, ENI è la “peggiore” per impatto ambientale

Secondo il report, ENI è la peggior azienda italiana in termini di impatto sul clima del Pianeta. Si colloca nella top 20 dei produttori globali di petrolio e gas. Inoltre, attraverso la sua controllata Vår Energi, è nella top 10 delle società che sfruttano le risorse della Regione Artica soprattutto con le piattaforme petrolifere nel Mare di Barents. I rischi associati alla produzione di idrocarburi, già elevati a ogni latitudine, nell’Artico aumentano esponenzialmente. Le condizioni estreme, infatti, non fanno che accrescere le possibilità di fuoriuscite e incidenti. Minacciando ecosistemi già fragili. A ciò si aggiunge il pericolo del rilascio, dal suolo e dai fondali marini, di enormi quantità di gas serra.

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Focus su chi investe nei big dell’inquinamento

Dietro ogni compagnia petrolifera e del gas, ci sono banche, investitori e compagnie assicurative che supportano i piani di espansione dei big dell’inquinamento. Nonostante il marketing e le dichiarazioni dei CEO sui cambiamenti climatici, la stragrande maggioranza delle istituzioni finanziarie continua a sostenere l’espansione del petrolio e del gas. Senza escludere le multinazionali del petrolio che non hanno intenzione di chiudere la loro produzione in linea con l’obiettivo di restare entro la soglia del 1,5° C entro il 2050.

Banca Intesa Sanpaolo e il supporto finanziario all’espansione del business fossile

A quanto pare la torinese Intesa Sanpaolo è la banca “nemica del clima” numero uno in Italia. Nel 2020 ha investito in 6 delle 8 società dei combustibili fossili che figurano nelle tre principali classifiche di GOGEL. Ovvero la top 20 dei produttori di idrocarburi, la top 20 delle società che hanno intenzione di espandere il proprio business e la top 20 di quelle che hanno speso più soldi nella ricerca di nuovi idrocarburi. ReCommon e Greenpeace Italia sottolineano il pericolo di azioni di greenwashing. Nonostante i suoi investimenti nei big dell’inquinamento, infatti, Intesa ha recentemente annunciato la partecipazione alla Net-Zero Banking Alliance. La coalizione è parte della più ampia Glasgow Financial Alliance for Net-Zero, presentata proprio in questi giorni alla COP26.

Ultimo Aggiornamento: 15/11/2021 11:11