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Amanda Knox contatta la famiglia di Meredith Kercher: la rivelazione dopo essere diventata mamma

Pubblicato: 19/11/2021 09:11

Amanda Knox avrebbe contattato i genitori di Meredith Kercher, studentessa inglese e sua coinquilina a Perugia all’epoca in cui, nel novembre 2007, fu brutalmente uccisa. Condannata e poi assolta in via definitiva come Raffaele Sollecito, dopo aver trascorso 4 anni in carcere, avrebbe inviato un messaggio alla famiglia della vittima – per la cui morte l’unico condannato è stato l’ivoriano Rudy Guede – nel tentativo di aprire le porte a un dialogo.

Amanda Knox contatta la famiglia di Meredith Kercher

Secondo quanto riportato dal Daily Mail, Amanda Knox avrebbe deciso di inviare un messaggio (tramite intermediari) alla famiglia di Meredith Kercher dopo essere diventata mamma. Pochi mesi fa è nata la sua bambina e avrebbe confessato di pensare spesso alla madre della studentessa uccisa e al suo dolore.

Da sempre dichiaratasi innocente, Amanda Knox fu prima condannata per l’omicidio della coinquilina e infine definitivamente assolta insieme all’allora fidanzato Raffaele Sollecito. Entrambi hanno trascorso circa 4 anni in carcere prima di essere scagionati. Per il delitto di Perugia, l’unico condannato è stato Rudy Guede.

Amanda Knox: “C’è un pregiudizio su di me

Amanda Knox è tornata sulla questione del pregiudizio che, nonostante la sua assoluzione, a suo dire graverebbe ancora sulla sua immagine anche dopo 14 anni dai fatti di Perugia. Poche settimane fa, intervistata da Le Iene, l’ex studentessa di Seattle ha ripercorso le tappe cruciali del suo caso giudiziario sottolineando di essere stata dipinta come “mostro” dalla stampa: “In 4 anni di carcere ho visto i media italiani farmi cattiva, la più brutta persona che poteva esserci. Hanno inventato la persona più brutale del mondo e, ancora adesso, ci sono molti italiani che pensano che io sia colpevole. Non perché hanno guardato bene l’evidenza, ma perché quella storia rimane“.

Oggi, riporta ancora Daily Mail, avrebbe ribadito di essere pronta a un contatto con la famiglia della coinquilina uccisa: “Voglio la stessa cosa che vogliono loro. Voglio sapere la verità. Voglio sapere cosa è successo a Meredith. Voglio che sia riconosciuta per quello che era, e voglio che la loro sofferenza sia riconosciuta per quello che è“. Ma si sarebbe detta anche arrabbiata e infastidita perché, nonostante riconosciuta innocente dalla giustizia, il suo nome è rimasto impresso sulle cronache di quell’orrendo crimine mentre poca attenzione mediatica si sarebbe concentrata sull’unico condannato: “Non credo che il mio nome avrebbe mai dovuto essere associato alle sue azioni (di Rudy Guede, ndr), e il fatto che a nessuno sembri davvero importare di lui, dato che sono state le sue azioni, mi dà davvero fastidio“.