Vai al contenuto

Suicidio assistito, Mario esorta a fare presto e presenta una nuova diffida: “Mi state torturando”

Pubblicato: 04/12/2021 16:37

Mario, malato tetraplegico marchigiano, invia una nuova richiesta per procedere con il suicidio assistito a cui il Comitato Etico dell’ASUR Marche ha dichiarato che ha diritto. Il 43enne, insieme all’Associazione Luca Coscioni, ha portato avanti la battaglia per porre fine alle sue sofferenze, e attende ora la verifica del farmaco letale da parte dell’azienda sanitaria che ancora non arriva. Nel frattempo le sue condizioni di salute peggiorano e Mario è costretto a soffrire dolori atroci, per cui, tramite diffida, esorta ancora una volta a rispettare le sentenze della Corte Costituzionale e del Tribunale di Ancona.

Mario attende il suicidio assistito: nuova diffida all’ASUR

Mario è un paziente tetraplegico, costretto all’immobilità da 10 anni, e dopo il parere del Comitato Etico dell’ASUR Marche chiede che finalmente venga sottoposto al suicidio legalmente assistito, dopo 15 mesi di attesa. Al momento il 43enne aspetta la revisione del farmaco letale, ultimo passaggio dell’iter stabilito dalla Corte Costituzionale per porre fine alle sue sofferenze.

La fornitura del farmaco e l’accesso di Mario al suicidio assistito sono stato oggetto di due sentenze del Tribunale di Ancona, che ha esortato l’ASUR a procedere. L’uomo, insieme all’Associazione Luca Coscioni, ha già diffidato due volte l’azienda sanitaria per inadempienza. Il suicidio assistito di Mario è il primo caso legalmente portato avanti in Italia.

La lettera di Mario, paziente tetraplegico da 10 anni

Mario scrive nuovamente all’ASUR per chiedere di fornirgli il farmaco letale, che sarà autosomministrato. Le condizioni di salute del 43enne peggiorano ogni giorno di più, procurandogli un dolore fisico e psicologico ormai impossibile da sopportare. Il paziente tetraplegico parla di “agonia e tortura quotidiana“, con “dolori fisici che sono in costante aumento“. È ormai costretto a letto, assistito da infermieri e famiglia anche nei bisogni più basici.

Mario rischia inoltre costantemente di morire a causa di un corpo non più in grado di sostenere gli espedienti che lo tengono in vita: “Da 10 anni ho catetere fisso e spesso a causa dei calcoli ho otturazioni e se non fosse stato per la velocità anche fuori servizio del mio infermiere sarei morto a causa dello scoppio della vescica“. Anche le più banali malattie rischiano di essere fatali: “A gennaio 2021 ho avuto una bronchite pur avendo fatto più di dieci vaccini, e non avendo muscoli addominali se mia madre non faceva la tosse assistita schiacciando sulla pancia circa trenta volte al giorno rischiavo di morire soffocato“.

L’attesa del farmaco ormai insopportabile: “Mi state torturando”

Il 43enne chiede all’ASUR, ancora una volta, di procedere finalmente con il suicidio assistito a cui ha diritto. “Mi chiedo: quanto dovrò ancora aspettare per la verifica ordinata dal Tribunale di Ancona del farmaco?“, si legge nell’appello, “Mi state condannando a soffrire ogni giorno di più ed essere torturato prima di ottenere l’ok per l’aiuto al suicidio assistito, che a seguito delle verifiche sulle quattro condizioni, mi spetta di diritto come stabilito dalla Corte Costituzionale“.

Mario definisce il comportamento dell’azienda sanitaria di una “gravità assoluta“, e che “mi state costringendo a soffrire giorno per giorno, mi state torturando. Vi chiedo di fare presto, forse volete aspettare che mia madre mi trovi morto sul letto o che vada a morire all’estero. No ora il tempo è veramente scaduto, e voi tutti avete la responsabilità di ogni attimo di sofferenza e dolore insopportabile dal 27 agosto 2020 ad oggi“.