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Giuseppe Conte candidato alla Camera con le suppletive di Roma? La mossa del PD per la partita del Quirinale

Pubblicato: 05/12/2021 23:10

Le indiscrezioni di queste ore riportano della possibilità che Giuseppe Conte si candidi alle elezioni suppletive di Roma, la casella lasciata libera da Roberto Gualtieri dopo la nomina a sindaco di Roma. Sarebbe questa la mano offerta dal Partito Democratico al leader del Movimento 5 Stelle, una strategia scelta da Enrico Letta per diverse ragioni. In primis cementerebbe l’alleanza tra PD e pentastellati, di cui Conte è il garante da parte 5 Stelle anche se indebolito dalle correnti interne al Movimento. Anche per questo sarebbe auspicabile, si ragiona al Nazareno, avere il leader alleato dentro il Parlamento in vista dell’elezione del presidente della Repubblica, una partita che rischia di essere particolarmente insidiosa.

Giuseppe Conte candidato alla Camera nel collegio romano: la proposta del PD

Non è ancora chiaro se Giuseppe Conte accetterà l’offerta di candidarsi al collegio di Roma 1, quello vinto da Roberto Gualtieri, oggi sindaco di Roma, con una maggioranza travolgente nel 2020. La risposta arriverà probabilmente nei prossimi giorni, come anticipano le testate del gruppo Gedi che hanno pubblicato la notizia. L’offerta sarebbe stata fatta dal Partito Democratico, con Enrico Letta che vorrebbe Conte alleato dentro il Parlamento.

Le elezioni suppletive per sostituire Gualtieri si terranno il 16 gennaio, giusto in tempo per prendere posto alla Camera prima dell’elezione del Capo dello Stato. Il leader del Movimento 5 Stelle sarebbe certo tentato, anche per guadagnare ulteriore spazio nella gestione di una compagine partitica riottosa, dove non mancano le spaccature e le sfide alla sua leadership. E che potrebbe lasciarsi andare a tiri mancini a febbraio, quando si voterà il successore di Sergio Mattarella.

La convergenza tra PD e Movimento 5 Stelle

Certamente Conte sarebbe allettato dalla proposta, che vede tutti i maggiorenti romani del Partito Democratico in pressing. Anche Nicola Zingaretti sarebbe d’accordo, non potendo tra l’altro prendere lui il posto di Gualtieri per il suo mandato attuale alla guida della Regione Lazio, con la pandemia ancora da tenere a freno. D’altronde, proprio la giunta regionale laziale è un esempio virtuoso di questa intesa tra dem e pentastellati, con questi ultimi entrati nella maggioranza pochi mesi fa con alcuni assessori.

Alla Fiera della piccola e media editoria “Più libri più liberi” che si sta tenendo a Roma, Zingaretti ha commentato l’ipotesi: “Deciderà nei prossimi giorni chi deve decidere“, è quanto riportato da Rainews, “Io dico solo una cosa del perché penso sia un’opportunità da valutare: noi dobbiamo costruire un’alleanza che si prepara alle elezioni per vincere le elezioni. Chi vuole costruire un’alleanza pensa all’Italia e al suo benessere, chi la piccona pensa, illudendosi, solo a se stesso e a ‘lucrare’ punti di posizione per poi magari trattare“.

L’insidia per Conte: contrari Renzi e Calenda

Sembrano decisi a boicottare, costi quel che costi, la candidatura di Giuseppe Conte i due avversari di sempre, Matteo Renzi e Carlo Calenda. Il leader di Azione reagisce male alla notizia: “È incredibile il livello di sottomissione del PD al Movimento 5 Stelle. Incredibile. Non esiste alcun Ulivo 2.0 ma semplicemente un patto di potere tra due classi dirigenti prive di coraggio, spinta ideale e coerenza. Contrasteremo questa scelta“. Anche Matteo Renzi non sembra vedere di buon occhio l’alleanza dei due partiti. Il senatore di Rignano ha abbandonato il campo dem con le scelte delle ultime settimane su alcuni voti chiave, maturate per cementare la convergenza con il centro-destra proprio in vista delle elezioni del presidente della Repubblica.

La voce in capitolo del gruppo di Italia Viva (che conta 43 parlamentari) sarebbe notevolmente ridotta in caso Partito Democratico e Movimento 5 Stelle si presentassero come un unico fronte. Nonostante i malumori c’è ben poco che si può tentare: Calenda e Renzi potrebbero schierare un candidato in antitesi a Conte, ma prima bisogna trovare il nome. Inoltre, i due sarebbero inchiodati poco al di sopra del 2%, con Calenda che ha portato a casa un risultato sotto le aspettative nella corsa a sindaco di Roma, staccando il quarto posto di Virginia Raggi per circa 8mila voti. Ciò non significa che tenteranno il tutto per tutto per evitare l’elezione di Conte, in caso questi decida comunque di sfidare le urne.