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Rapporto Censis: un’analisi dei dati e dei modi in cui la Pandemia ha trasformato l’Italia

Pubblicato: 09/12/2021 17:59

Il Censis analizza e descrive la società italiana, attraverso l’autonomia dei processi collettivi, da più di mezzo secolo. Nel suo 55° Rapporto evidenzia la presenza di molti fattori di “energia positiva”, ma mette al contempo in luce come la Pandemia ha posto gli italiani di fronte a nuove sfide.

Rapporto Censis: i dati correlati alla Pandemia

Le aspettative soggettive non mantenute provocano un pensiero distorto e irrazionale che si è infiltrato nel tessuto sociale. Il Censis, sulla situazione sociale del paese, ha scritto: “Accanto alla maggioranza ragionevole e saggia si leva un’onda di irrazionalità. Secondo il Rapporto, infatti, per circa tre milioni di italiani, cioè il 5,9%, il Covid non esiste. Il 10,9% ritiene il vaccino inutile, mentre il 31,4% lo reputa un farmaco sperimentale e considera le persone che si vaccinano delle “cavie”. Direttamente collegato alla Pandemia, un dato risulta impressionante: il 12,7% degli italiani pensa che la scienza produca più danni che benefici.

Oltre a ciò, stando al Rapporto “si osserva una irragionevole disponibilità a credere a superstizioni premoderne, pregiudizi antiscientifici, teorie infondate e speculazioni complottiste”. Il 5,8% crede che la Terra sia piatta, il 10% ritiene che l’uomo non sia mai sbarcato sulla Luna e il 20% è convinto che il 5G sia “uno strumento sofisticato per controllare le persone”. La conclusione di questi dati, data dal Censis è che l’irrazionale ha invaso il tessuto sociale, sia le posizioni scettiche individuali, sia i movimenti di protesta collettivi. Tutto questo, inoltre, si è ritagliato uno spazio considerevole nel discorso pubblico.

Non solo Pandemia, tutti i dati emersi dal Rapporto Censis

Il Censis spiega che l’irrazionale che oggi si manifesta nella nostra società, non è semplicemente una distorsione legata alla Pandemia. Ha radici socioeconomiche profonde, e si evolve diventando il rifiuto per gli strumenti con cui in passato abbiamo costruito il benessere e il progresso: la scienza, la medicina, i farmaci e le innovazioni tecnologiche”. Alcuni numeri saltano subito all’occhio; l’81% degli italiani ritiene che ad oggi sia molto difficile vedersi riconosciuto l’investimento nello studio. Il 35,5% è convinto che sia inutile laurearsi, perché ci si ritrova lo stesso con guadagni minimi e senza riconoscimenti.

Le condizioni di vita e il lavoro sono altri due punti fondamentali del Rapporto. Per due terzi, il 66,2%, nel nostro Paese si viveva meglio in passato. Ed effettivamente l’Italia è l’unico Paese Ocse in cui le retribuzioni medie annue sono diminuite negli ultimi trent’anni. Fortunatamente però non tutti i dati sono negativi, tra i risvolti positivi il Censis segnala la riscoperta della solidarietà. Un terzo degli italiani ha partecipato a iniziative solidali legate all’emergenza sanitaria. Quasi un terzo di quelli che si sono attivati ha svolto attività gratuite in associazioni di volontariato impegnate contro il Covid in prima persona.