Vai al contenuto

Effetto Covid, 6 milioni di italiani hanno paura di tutto: violenze domestiche e cybercrime in aumento

Pubblicato: 30/04/2021 19:01

La pandemia da Covid-19 sta lasciando dietro di sé uno strascico di problemi per tutta la popolazione italiana. Oltre alle difficoltà economiche che già sappiamo, anche la salute mentale è stata fortemente compromessa dopo un anno di lockdown. I dati danno adito a plurime riflessioni a riguardo: la criminalità diminuisce me le violenze domestiche aumentano drasticamente così come aumenta il numero dei panofobici, le persone che hanno paura di tutto.

Chi sono i “panofobici” e perché sono in aumento: la paura del tutto post lockdown

Da un anno a questa parte la concezione di libertà ha subito un radicale cambiamento: se prima significava poter vivere la propria vita come si voleva senza troppe limitazioni, ora è diventata poter andare a trovare i parenti in zona gialla a differenza di chi non può farlo in zona rossa. Ma non è solo la libertà ad essere stata duramente colpita dalla pandemia perché anche la salute mentale delle persone ha subito forti danni.

Insicurezze e timori in elevata crescita, sono questi i risultati dell’indagine eseguita da Censis e Federsicurezza nell’ultimo Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia. Sono 6 milioni i panofobici: ovvero, gli italiani che, specie dopo il lockdown, avrebbero sviluppato una paura indistinta verso tutto ciò che riguarda il mondo esterno.

Che sia in casa o fuori, vivono in costante stato d’ansia che qualcosa possa accadere. Quasi 5 milioni di questi sono donne, ricoprendo la percentuale più alta; poi ci sono i giovani con meno di 35 anni che raggiungono i 1,7 milioni.

La paura degli altri: gli italiani temono il contagio

La pandemia ha portato ad un aumento delle paure e ansie negli italiani. Con mascherine, guanti e igienizzanti sempre a portata di mano, sono tante le persone che evitano di stare a contatto con gli altri per un tempo prolungato. In una situazione in cui la distanza dagli altri è fondamentale per contenere i contagi, anche la socialità e le relazioni interpersonali sono duramente messe alla prova. Il 74,5% ammette di aver paura di stare in luoghi affollati, il 59,3% non si sente sicuro a camminare per strada e a prendere gli autobus dopo le 20 di sera. Paure condivise non solo nella fascia si età più alta della popolazione ma anche tra i più giovani.

Meno criminalità ma aumentano i reati online

Da una parte, la costrizione del lockdown ha portato ad un generale calo della criminalità. Nel 2020 sono stati denunciati 1.866.857 reati, 425.055 in meno rispetto al 2019. Notevole la diminuzione degli omicidi (-16,4%), rapine (-18,2%) e furti (33%). Ciononostante si è però registrato un aumento delle truffe online e reati digitali: il cybercrime.

In totale sono 241.673 le frodi informatiche denunciate nel 2020 rispetto alle 96.442 registrate nel 2010. Secondo i dati di Censis e Federsicurezza, il 31,3% degli italiani non si sente sicuro a fare operazioni bancarie online, mentre il 24,9% ha paura di fare acquisti sul web e utilizzare mezzi di pagamento elettronici. Le percentuali salgono vertiginosamente nella fascia di italiani più anziani e in quella con bassi livelli di istruzione.

In crescita le donne vittime di violenze domestiche

Oltre al cybercrime, nell’ultimo anno si è visto un tragico aumento delle violenze domestiche. I numeri parlano chiaro: le richieste di aiuto ai centri antiviolenza e al numero verde 1522 contro violenze e stalking sono in crescita.

Nel 2020, da marzo ad ottobre, le chiamate registrate hanno raggiunto la soglia dei 23.071 quando nel 2019 erano state 13.424. Le paure e le ansie per il genere femminile aumentano anche al di fuori delle mura domestiche: il 75,8% delle donne teme la propria incolumità quando di sera prende mezzi pubblici o cammina per strada. L’83,8% ha paura di stare in luoghi affollati, l’88,5% ha paura di incontrare dal vivo persone sconosciute sul web mentre il 22,5% non riesce a dormire di notte quando è a casa da sola.