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Caso Marò, richiesta l’archiviazione per Salvatore Girone e Massimiliano Latorre per prove insufficienti

Pubblicato: 10/12/2021 11:43

La Procura di Roma ha richiesto che il caso dei Marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre venga archiviato. I due sono stati accusati per l’omicidio di due pescatori indiani, sulle coste del Kerala in India sud occidentale, nel febbraio 2012. Per i pm romani, i due fucilieri avrebbero agito nel rispetto delle regole di ingaggio.

Caso Marò: richiesta l’archiviazione per Salvatore Girone e Massimiliano Latorre

Il procuratore Michele Prestipino e il sostituto Erminio Armelio hanno richiesto al gip di far cadere le accuse nei confronti di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due fucilieri di Marina noti alle cronache internazionali come i due “Marò”. Il quadro degli elementi di prova frutto delle indagini di questi anni non è ritenuto sufficiente a garantire l’instaurazione di un processo. Secondo la Procura di Roma infatti i due marò avrebbero agito rispettando le regola di ingaggio e convinti di essere sotto attacco di pirati, ricorda Ansa.

Alla base della richiesta di far ricadere le accuse, vi sarebbero alcuni elementi importanti. Fra questi si conta anche la non utilizzabilità degli accertamenti svolti all’epoca dei fatti in India, quali esami balistici o l’autopsia.

Richiesta l’archiviazione del caso Marò: le prove sarebbero insufficienti

Stando a quanto riferisce Ansa, alla base della decisione dei magistrati vi sarebbero forti limiti procedurali, che renderebbero impossibile l’attivazione di un processo. Innanzitutto vi sarebbe la già citata mancata possibilità di utilizzare gli accertamenti svolti in India, perché non ripetibili. Dopo le autopsie infatti, i corpi dei due pescatori morti sono stati cremati. Gli esami balistici invece sono stati svolti secondo regole differenti da quelle italiane. I magistrati italiani ritengono che si tratti di una fondamentale mancanza nella ricostruzione dei fatti. Le testimonianze e le carte non sarebbero inoltre sufficienti a attribuire in maniera univoca il fatto ai due indagati.

Per i pm di piazzale Clodio, anche di fronte agli accertamenti tecnici, i Marò avrebbero dimostrato di aver rispettato le regole di ingaggio. Ciò in quanto i due fucilieri avrebbero agito dopo aver visto un barchino avvicinarsi fino a 90-100 metri di distanza dalla nave Enrica Lexie. Inizialmente avrebbero mostrato le armi e in un secondo momento avrebbero invece sparato alcuni colpi in acqua. Girone e Latorre avrebbero creduto di essere sotto attaccato da parte dei pirati, come confermato dal personale indiano a bordo della nave.