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Cambiamenti climatici, diffuso il report Ispra: è stato il decennio più caldo di sempre

Pubblicato: 17/12/2021 17:23

Il nuovo rapporto dell’Ispra “Tea” (Transizione ecologica aperta) mostra la direzione in cui sta andando l’ambiente italiano. Negli ultimi 30 anni l’Italia ha ridotto le emissioni di gas serra del 19% rispetto al 1990, mentre le foreste e i suoli hanno aumentato la quantità di anidride carbonica assorbita, la riduzione delle emissioni è stata possibile grazie ai grandi utilizzatori, che hanno investito in nuove tecnologie più efficienti.

I dati sul clima e sulle aree urbane

Il report Ispra parla chiaro: il 2020 ha concluso il decennio più caldo di sempre, con anomalie medie annuali comprese tra +0,9 e +1,71°C. Strettamente legato a ciò, abbiamo assistito ad un aumento di temperatura superficiale dei mari italiani, che negli ultimi 22 anni è stato superiore alla media. Nel report si specifica quanto sia essenziale che gli sforzi sul clima siano globali. L’Italia si trova al centro del bacino Mediterraneo, dove l’impatto dei cambiamenti climatici sarà più intenso e potenzialmente più disastroso a causa dell’elevata vulnerabilità dell’area”. Per quanto riguarda le aree urbane, è sempre più allarmante il fenomeno delle isole di calore. Ciò deriva dalla scarsità di aree verdi, dalla cementificazione e dall’utilizzo dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento degli edifici. Queste isole di calore portano ad un aumento delle temperature delle città fino a 4-5°C rispetto alle aree periferiche.

I numeri sulle foreste e sul consumo del suolo

I dati sulle foreste e sui boschi sono incoraggianti. Infatti, la percentuale di territorio coperte da essi è del 37% rispetto alla superficie nazionale. L’Italia ha una percentuale maggiore rispetto a quelle di Svizzera e Germania, due paesi considerati tradizionalmente forestali. Inoltre, le aree protette marine e terrestri sono notevolmente aumentate per numero ed estensione negli ultimi 40 anni. La superficie marina protetta copre il 19% delle aree di mare sotto la giurisdizione italiana, mentre quella a terra arriva al 20% di quella nazionale. Il consumo di suolo purtroppo è ancora elevato: 60 chilometri quadri all’anno, cioè 15 ettari al giorno. Per quanto riguarda il dissesto idrogeologico, stando al rapporto, sono moltissime le costruzioni e le infrastrutture di qualsiasi tipo che peggiorano il fenomeno ed i suoi costi economici e umani.