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Suicidio assistito, Mario denuncia l’Asur delle Marche per il reato di tortura dopo il dietro front

Pubblicato: 20/12/2021 10:20

Lo scorso 23 novembre, la notizia del “via libera” al suicidio assistito, arrivato per la prima volta in Italia per un paziente 43enne tetraplegico da 10 anni, è stata accolta con grande entusiasmo. A poche ore da quella che è stata interpretata come una notizia storica, alcune istituzioni della sua regione, le Marche, hanno iniziato a fare dietro front e Mario (nome di fantasia) si è trovato al centro di una “trappola burocratica”. Il paziente ha deciso di fare ricorso a vie legali e ora ha sporto denuncia per il reato di tortura.

Eutanasia in Italia: dopo il “via libera” continua la battaglia di Mario

È ormai trascorso quasi un mese da quando Mario ha ottenuto l’ok da parte del Comitato etico dell’Azienda sanitaria delle Marche per accedere al suicidio assistito. Il 43enne è un ex camionista di Ancona, paralizzato da 10 anni a causa di un incidente. Dopo tutte le necessarie verifiche, l’azienda ha comunicato il suo “via libera”, accolto con grande favore dal paziente, dalla sua legale Filomena Gallo e da tutti i membri dell’Associazione Coscioni. Proprio quest’ultima riporta da allora gli ulteriori sviluppi della vicenda di Mario, che in seguito alla tanto attesa approvazione, ha dovuto fare i conti con uno spiacevole e forzato “stop”.

La Regione Marche ha fatto sapere che solamente il Tribunale di Ancona potrà decidere se il paziente potrà avere diritto al suicidio medicalmente assistito. Mario si è visto così costretto a diffidare l’Asur marchigiana e il suo avvocato ha giustificato tale azione legale come necessaria per far fronte a ritardi ingiustificati e ostruzionistici rispetto al diritto di Mario alla verifica di tutte le condizioni necessarie per l’accesso alla morte volontaria medicalmente assistita“.

Suicidio assistito, Mario denuncia l’Asur delle Marche per il reato di tortura

Il 17 dicembre, Mario e il suo collegio legale hanno compiuto un ulteriore importante passo nella loro lotta per il diritto all’eutanasia. Come riporta il sito dell’Associazione Luca Coscioni, il paziente ha presentato “un altro esposto presso la Procura della Repubblica di Ancona portando la battaglia legale anche in sede penale. Il 43enne ha denunciato in più occasioni gli ostruzionismi e le omissioni che stanno ostacolando Mario nella conquista del suo diritto e ora si aggiungono nuovi reati. L’associazione cita il mancato rispetto della “libertà morale di Mario”. Il paziente sarebbe infatti “costretto a subire e tollerare un trattamento contrario al suo senso di dignità“. A tutelare quest’ultima vi è la “sentenza 242/2019 della Corte costituzionale”.

Con una lettera aperta indirizzata all’Asur Marche, al Comitato Etico, a Roberto Speranza e al Presidente del Consiglio Mario Draghi, Mario ha denunciato i vertici dell’azienda sanitaria e del comitato etico. Il reato contestato è quello di tortura, “per avergli cagionato acute sofferenze fisiche dovute all’aggravarsi delle sue condizioni negli ultimi 16 mesi”. Le accuse riguardano ancora le azioni che sarebbero avvenute con la crudeltà che caratterizza l’immobilismo e l’inerzia proprio di chi ha accertato, come ha fatto l’ASUR, una condizione di sofferenza intollerabile e non si attiva per porvi fine”.

Oltre al reato di tortura, Mario ha denunciato anche le omissioni di atti d’ufficio e il fatto che l’azienda sanitaria non ha eseguito l’ordine del Tribunale di Ancona.

Mario denuncia di tortura l’Asur Marche: le sue parole

Nella lettera aperta inviata da Mario, si legge il racconto delle condizioni che da tempo lo costringono a un’esistenza di dolore sempre più acuto. “Mi state condannando a soffrire ogni giorno di più ed essere torturato prima di ottenere l’ok per l’aiuto al suicidio assistito, che a seguito delle verifiche sulle quattro condizioni, mi spetta di diritto come stabilito dalla Corte costituzionale” scrive il 43enne. “Chi può dire che la soglia del mio dolore non ha superato il limite e chi può dire che le umiliazioni che ricevo e la soglia della mia dignità non è arrivata al limite della sopportazione?” ha aggiunto.

Senza più se è senza più ma, state calpestando un diritto a me riconosciuto e il vostro comportamento di una gravità assoluta mi state costringendo a soffrire giorno per giorno, mi state torturando” ha aggiunto con rabbia. “Vi chiedo di fare presto, forse volete aspettare che mia madre mi trovi morto sul letto o che vada a morire all’estero. No ora il tempo è veramente scaduto, e voi tutti avete la responsabilità di ogni attimo di sofferenza e dolore insopportabile dal 27 agosto 2020 ad oggi” la sua dolorosa conclusione.