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Novavax approvato dall’Aifa per gli over 18: è il vaccino su cui si punta per convincere gli scettici

Pubblicato: 22/12/2021 22:00

L’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, ha dato il via libera a Novavax, dopo l’ok dell’Ema pochi giorni fa. Novavax sarà dunque disponibile in Italia, dove si conta su questo vaccino per convincere gli scettici a sottoporsi alle vaccinazioni contro il Covid-19. Novavax, infatti, si basa su una tecnologia “vecchia” e già usata su altri vaccini, a differenza dei prodotti Pfizer e Moderna che impiegano l’mRna, o di Johnson&Johnson e AstraZeneca che hanno sviluppato vaccini a vettore virale. La sua efficacia è stata riscontrata al 90%, e il vaccino verrà destinato a soggetti di età superiore ai 18 anni che non hanno ancora ricevuto alcuna vaccinazione anti Covid-19.

Novavax riceve l’ok dall’Aifa

È il quinto vaccino contro il Covid-19 autorizzato in Europa, e sarà presto disponibile anche in Italia. Novavax è stato approvato dall’Aifa, che lo rende disponibile per gli over 18, non però per i richiami. L’Agenzia italiana del farmaco spiega che la vaccinazione prevede un ciclo di due dosi, somministrate a distanza di 3 settimane l’una dall’altra.

I dati disponibili sul vaccino Nuvaxovid hanno mostrato un’efficacia di circa il 90% nel prevenire la malattia COVID-19 sintomatica anche nella popolazione di età superiore ai 64 anni.

I dettagli di Novavax e perché è consigliato per gli scettici dei vaccini

Novavax si distingue da Pfizer e Moderna, e dagli altri disponibili, in quanto utilizza una tecnologia già ampiamente impiegata in altri vaccini fruibili da decenni, come quello per l’Epatite B. Contiene una versione prodotta in laboratorio della proteina Spike del Covid-19, e un “adiuvante” che aiuta a rinforzare la risposta immunitaria dell’organismo.

Il sistema immunitario della persona che ha ricevuto il vaccino, in caso entri in contatto in seguito con il Covid-19, riconoscerà la proteina e produrrà in maniera naturale una risposta immunitaria. Novavax non si basa quindi su tecnologia mRna e a vettore virale come gli altri approvati, che introducono materiale genetico nell’organismo. Proprio per questo si punta su Novavax per convincere quel 12% della popolazione che ancora non si è sottoposto al ciclo vaccinale, soprattutto per remore rispetto alla composizione dei vaccini finora disponibili.

Gli studi effettuati su Novavax

Come informa l’Ema, le ricerche condotte su Novavax sono state effettuate inizialmente in Messico e negli Stati Uniti. In questi studi è emersa una riduzione del 90.4% di casi sintomatici di Covid-19 nei 7 giorni seguenti alla somministrazione della seconda dose. Successivamente, un altro studio che ha avuto luogo in Gran Bretagna ha rilevato risultati simili, con una efficacia del vaccino dell’89.7%.

Entrambi questi test sono stati condotti mentre le varianti dominanti erano la Alpha e la Beta, mentre per la variante Omicron al momento in ampia diffusione gli studi non hanno ancora fornito risposte certe sull’efficacia.