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Articolo Uno e il ritorno nel PD, D’Alema: “Guariti dalla malattia terribile del renzismo”. La replica di Renzi

Pubblicato: 02/01/2022 16:17

Un inizio anno che preannuncia un periodo politico di cambiamenti e smottamenti, il cui apice si avrà con l’elezione del presidente della Repubblica tra circa un mese. La stagione di ricomposizione del quadro politico viene inaugurata da Massimo D’Alema, ex presidente del Consiglio e tra i fondatori di Articolo Uno, che lancia l’invito per un rientro tra le fila del Partito Democratico. D’Alema commenta che l’allontanamento da Matteo Renzi apre la strada per una svolta progressista del PD, preludio alla creazione di un campo unitario. L’era del renzismo viene definita dall’ex premier “una malattia terribile“, suscitando le reazioni di Italia Viva, e la replica piccata del suo segretario.

Articolo Uno, D’Alema: “Renzismo malattia terribile”

Durante il meeting di Articolo Uno, Massimo D’Alema ha espresso la sua aspirazione per l’anno nuovo, partendo da un bilancio del passato. “Articolo Uno si è comportato bene, si è conquistato un patrimonio di credibilità nel panorama politico italiano“, dichiara l’ex presidente del Consiglio, che sottolinea come alcuni punti di rottura che avevano portato alla scissione dal PD nel 2017 siano stati superati.

Una delle idee politiche fondamentali che noi abbiamo sostenuto è la necessità che si aprisse un dialogo, una cooperazione, tra il centro-sinistra e i 5 Stelle“, ricorda D’Alema, per cui ora questa alleanza “è diventato un punto fermo dello scenario attuale“. Allo stesso modo il leader di Articolo Uno rivendica di aver avuto ragione anche “sulla deriva disastrosa del Partito Democratico. La principale ragione per andarcene era una malattia terribile che fortunatamente è guarita da sola. Credo che oggi pochi potrebbero negare la fondatezza del giudizio sul rischio che quel partito cambiasse completamente natura nell’epoca renziana“.

Il ritorno nel PD per la creazione di un campo progressista

Articolo Uno e il Partito Democratico hanno già riaperto i ponti, collaborando per le Agorà democratiche, una serie di incontri per la costruzione di un’agenda politica condivisa del centro-sinistra. Una mossa soprattutto in vista delle elezioni che potrebbero tenersi come termine massimo nel 2023, e che segneranno il destino della segreteria di Enrico Letta, al momento impegnato nella corsa per il Quirinale, e gli equilibri del partito nella seguente legislatura.

Il progetto di aprire il campo alle forze che si riconoscono nella sinistra progressista sembra condiviso da Massimo D’Alema. In Articolo Uno, commenta, “C’è un patrimonio di analisi, esperienza, di passione politica, di cultura politica che noi rappresentiamo che può essere ancora utile al Paese, alla ricostruzione di un campo politico. Abbiamo di fronte un anno complicato, scelte difficili. Il tema principale è di un ritorno in campo della politica“. Per l’ex premier “un certo percorso volge al termine, il dibattito delle Agorà è il modo migliore per arrivare con il confronto e una convergenza di idee a una ricomposizione che appare necessaria“.

Scotto: “Congresso in primavera, decideranno gli iscritti”

Commenta le parole di D’Alema anche Arturo Scotto, tra i fondatori di Articolo Uno. Per il membro della direzione, D’Alema ha “ribadito cose già note“, soprattutto che “la stagione renziana è oggettivamente finita e il Pd torna a guardare a sinistra“.

E mentre ogni discussione sul ritorno del partito nel PD viene rimandata a primavera, con il congresso, “Nel frattempo ci sono altri passaggi importanti, a partire dal Quirinale“, precisa Scotto. “È un dato acquisito la ricomposizione necessaria del campo progressista con Pd e M5S“, continua, “Non c’è uno scioglimento di Articolo Uno nel Pd, e D’Alema non l’ha detto, serve invece la costruzione di un campo di forze necessario per vincere contro la destra“.

Renzi replica a D’Alema: “Fervidi auguri, io credo nel riformismo”

Non ha preso bene le parole di Massimo D’Alema il segretario di Italia Viva Matteo Renzi. A Il Messaggero, l’ex premier replica duramente ricordando che sotto la sua guida il PD è arrivato al “40%, governato 17 regioni su 20 e scritto pagine importanti sui diritti, per abbassare le tasse, sul lavoro e sull’impresa con Industria 4.0. Con noi la classe operaia ha ricevuto più soldi, non solo con gli 80 euro“.

Renzi, inoltre, dichiara che D’Alema gli avrebbe “sempre fatto la guerra da dentro e da fuori“. Le loro sarebbero “due visioni opposte della vita e della politica. Se i Dem di oggi pensano che il renzismo sia la malattia e D’Alema sia la cura sono contento per loro e faccio molti fervidi auguri. È il motivo per cui non sono più nel Pd: io credo nel riformismo, loro nel dalemismo“.