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Covid, da oggi in commercio la pillola Molnupiravir di Merck per i soggetti non ospedalizzati

Pubblicato: 04/01/2022 11:38

Arriva in commercio in Italia il Molnupiravir, la pillola di Merck che potrà essere utilizzata nei casi di Covid-19 non ospedalizzati ma a rischio di complicazioni.

Il farmaco, insieme al Redemsivir, è tra i farmaci che potrebbero dare una maggiore spinta alla cura extra ospedaliera della malattia, con un conseguente, e sperabile, alleggerimento delle strutture sanitarie.

L’aggravamento delle situazioni di ospedali e cliniche sono state da subito il motivo per cui a livello governativo si è deciso di procedere con restrizioni per la popolazione: i farmaci sono dunque, come i vaccini (se pur in maniera differente) fondamentali al fine di rendere la malattia endemica.

Molnupiravir, chi può utilizzarlo e perché

Con un comunicato stampa, 5 giorni fa l’Aifa ha reso nota l’autorizzazione all’utilizzo di Molnupiravir, la pillola di Merck, e Redemsivir. Il Molnupiravir è un antivirale destinato a pazienti non ospedalizzati e che hanno sviluppato i sintomi da non più di 5 giorni. Se preso subito, il farmaco dovrebbe evitare che la malattia sviluppi complicanze: è quindi il farmaco adatto a chi ha la malattia ad uno stadio lieve-moderato ma è a rischio di insorgenza di gravi complicazioni per una sua pregressa condizione clinica.

Molnupiravir, controindicazioni ed effetti collaterali

Il farmaco risulta essere non raccomandato nelle donne in gravidanza o che sospettano di poterlo essere, per via di rischi nello sviluppo del feto. Gli effetti collaterali al Molnupiravir più diffusi riscontrati sono stati: diarrea, nausea, vertigini e mal di testa, tutti lievi o moderati.

Le sperimentazioni hanno mostrato risultati piuttosto ottimistici nelle persone che hanno utilizzato il Molnupiravir: gli ultimi dati arrivati all’Ema mostrerebbero infatti che paragonando un gruppo di soggetti a cui è stato somministrato il farmaco ad altri a cui è stato dato il placebo, nei primi il rischio di ospedalizzazione o decesso era al 6,8%, mentre nei secondi era del 9,7%. I primi soggetti su cui era stato sperimentato il farmaco avevano mostrato, in effetti, una maggiore efficacia.

Ultimo Aggiornamento: 04/01/2022 15:15