Vai al contenuto

Obbligo vaccinale, Draghi: “Intervento sulle classi di età più a rischio per ridurre pressione ospedali”

Pubblicato: 05/01/2022 22:39

Un nuovo decreto è stato varato dal Consiglio dei Ministri, a cui non è seguita la consueta conferenza stampa. Mario Draghi ha rivisto alcune delle posizioni che il governo ha messo sul tavolo, come il super green pass per i servizi non approvato, sacrificato sull’altare della mediazione della Lega. Passa però l’obbligo vaccinale per gli over 50, una misura necessaria per ridurre i contagi e la pressione sugli ospedali, ha dichiarato il premier. Il decreto suscita diverse critiche, anche per quanto riguarda la scuola.

Draghi, il nuovo decreto anti Covid-19

Niente conferenza stampa dopo il Consiglio dei Ministri che ha approvato un decreto controverso, segnato da tensioni all’interno della maggioranza. Il presidente del Consiglio ha affidato il suo commento a veline, con un messaggio sulle misure prese, meno restrittive rispetto a quanto trapelato dopo l’incontro della cabina di regia.

Vogliamo frenare la crescita della curva dei contagi e spingere gli italiani che ancora non si sono vaccinati a farlo“, ha dichiarato Draghi prima del Cdm, “Interveniamo in particolare sulle classi di età che sono più a rischio di ospedalizzazione per ridurre la pressione sugli ospedali e salvare vite“. Il decreto, continua il premier, avrebbe lo scopo di “preservare il buon funzionamento delle strutture ospedaliere e, allo stesso tempo, mantenere aperte le scuole e le attività economiche“.

Speranza: “Restringere il più possibile l’area dei non vaccinati

Anche il ministro della Salute Roberto Speranza, che alla fine del Cdm si è trattenuto davanti i giornalisti insieme ai ministri Bianchi e Brunetta, ha commentato il nuovo decreto. L’obiettivo rimane “restringere il più possibile l’area dei non vaccinati, perché è quella che provoca un peso sanitario sui nostri sistemi ospedalieri“.

Le critiche al decreto: nel mirino la scuola

Il decreto approvato non è stato risparmiato da critiche, in particolare per le misure riguardanti la scuola. Con il rientro in classe il 10 gennaio più o meno per tutti, si introduce una differenziazione tra vaccinati e non. Per medie e superiori, con “due casi nella stessa classe è prevista la didattica digitale integrata per coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale primario da più di 120 giorni, che sono guariti da più di 120 giorni, che non hanno avuto la dose di richiamo. Per tutti gli altri, è prevista la prosecuzione delle attività in presenza con l’auto-sorveglianza e l’utilizzo di mascherine FFP2 in classe“.

Molto critico Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi: “Fare la distinzione tra vaccinati e non vaccinati è una misura discriminatoria tra gli studenti“, commenta, “Giusto e corretto, invece, distinguere in base all’età, perché a fasce diverse corrispondono situazioni vaccinali diverse“. Dubbi inoltre sulla tempestività del tracciamento a scuola: “I servizi territoriali sono sottodimensionati rispetto alle esigenze dei cittadini. Credo che il sistema sanitario, sia delle Asl che delle farmacie, sia in congestione“, continua Giannelli, “Mi chiedo come si farà a fare in tempo i tamponi necessari per verificare un possibile contagio nelle scuole“.

Ultimo Aggiornamento: 05/01/2022 22:40