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Covid, Oms: grazie a Omicron siamo “verso la fine della pandemia”, ma arrivano pareri contrastanti

Pubblicato: 23/01/2022 20:20

Secondo il direttore europeo dell’Oms Hans Kluge, con Omicron la pandemia di Covid-19 è destinata a finire a breve. Le dichiarazioni sono giunte con un’intervista rilasciata alla Bbc poche settimane fa, nella quale Kluge ha spiegato che nelle prossime 6-8 settimane più del 50% della popolazione europea potrebbe essere contagiato dal Covid, che si avvierà “verso la fine della pandemia”

Al contempo, sempre all’interno dell’Oms arrivano pareri contrastati, come quello dell’epidemiologa Maria van Kerkhove, che ha dichiarato che Omicron potrebbe non essere l’ultima variante.

Covid, oltre metà popolazione europea contagiata entro marzo

Secondo Kluge, lo sviluppo della pandemia è ormai chiaro: “La variante Omicron potrebbe contagiare il 60 per cento degli europei entro marzo e potrebbe dare il via a una nuova fase della pandemia”. Certo, atteggiamento dev’essere sempre di grande prudenza: “Non si deve abbassare la guardia a causa di possibili mutazioni del virus”, spiega Kluge.

Anche David Nabarro, emissario speciale dell’Oms, ha dichiarato che “guardando le cose dal punto di vista del Regno Unito, sembra che ci sia luce in fondo al tunnel dell’emergenza coronavirus” anche se, ha ribadito, “prematuro promettere la fine delle restrizioni a una data prestabilita”.

Oms, pareri contrastanti, van Kerkhove: “Omicron non sarà l’ultimo ceppo”

Di diversa opinione è l’epidemiologa Maria van Kerkhove, che in un’intervista alla BBC ha detto: “anche i Paesi come il Regno Unito, dove la popolazione ha raggiunto un alto livello di immunità, stanno entrando in una fase diversa della pandemia, ma non è finita”. In particolare a preoccupare sono le varianti future: “Omicron non sarà l’ultimo ceppo di Sars-CoV-2 di cui sentiremo parlare”. La stessa Omicron, ha detto l’epidemiologa, rappresenta ancora un’enorme pericolo per molte persone: “Le persone che si contagiano con Omicron possono risultare asintomatiche, ma possono anche sviluppare sintomi severi, persino mortali”.

Vaccino, confermata importanza della copertura globale

La soluzione potrebbe comunque essere, ancora una volta, il vaccino, che porterebbe sempre più vicini all’immunità di gregge, impedirebbe una rapida circolazione del vaccino ed al contempo lo sviluppo di varianti letali: “È un problema globale e va affrontato con soluzioni globali: ci sono ancora tre miliardi di persone che aspettano la prima dose di vaccino”.