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Achille Lauro a Sanremo, l'”autobattesimo” accende le critiche di vescovi e cardinali: “Penosa esibizione”

Pubblicato: 02/02/2022 16:27

Il Festival di Sanremo è tornato su Rai1 e con esso anche le prime polemiche legate alle esibizioni. Proprio in queste ore infatti Achille Lauro, che ieri ha aperto la gara, è finito al centro di una questione sollevata dal cardinale Gianfranco Ravasi e del vescovo Antonio Suetta.

Achille Lauro e l'”autobattesimo” sull’Ariston: l’esibizione accende le polemiche

Ieri sera, Amadeus ha dato il via alla 72ª edizione del Festival di Sanremo e il pubblico ha già potuto ascoltare la prima metà delle canzoni in gara. Come anticipato, Achille Lauro è stato il primo ad esibirsi, ma sembra che la sua performance non sia stata gradita da alcuni uomini di Chiesa. Fra gli altri, a spiccare sarebbe il commento del cardinale Gianfranco Ravasi. Sebbene quest’utlimo abbia evitato di scrivere espressamente il nome del cantante, il tweet condiviso in queste ore sarebbe rivolto secondo molti proprio all’artista romano e al suo brano, Domenica. Queste le sue parole sul social: “II Battesimo è il più bello e magnifico dei doni di Dio – scrive il monsignore – Lo chiamiamo dono, grazia, unzione, illuminazione, veste d’immortalità, lavacro di rigenerazione, sigillo, e tutto ciò che vi è di più prezioso“. Che il cardinale abbia visto la prima puntata del Festival di Sanremo è confermato dal fatto che ha anche riportato, sullo stesso social, alcuni versi del testo di Massimo Ranieri, per cui sembrerebbe plausibile che il messaggio sia legato alla kermesse musicale.

Achille Lauro al Festival: il vescovo di Sanremo furioso per la “penosa esibizione del primo cantante”

Più diretto, invece, il messaggio condiviso dal vescovo  di Ventimiglia e Sanremo, Antonio Suetta, che – pur evitando a sua volta di nominare Achille Lauro – ha scritto nel comunicato stampa diffuso sul suo sito internet. “La penosa esibizione del primo cantante ancora una volta ha deriso e profanato i segni sacri della fede cattolica evocando il gesto del Battesimo in un contesto insulso e dissacrante” afferma il vescovo con un riferimento più diretto che lascia poco spazio ad altri tipi di collegamenti e riflessioni.

“Il brano presentato, già nel titolo – Domenica – e nel contesto di un coro gospel, alludeva al giorno del Signore” ha aggiunto Suetta. “Collocandolo in un ambiente di parole, di atteggiamento e di gesti, non soltanto offensivi per la religione, ma prima ancora per la dignità dell’uomo” ha osservato ancora non calmando il tono polemico.