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Fiorello, Salvini e l’esaltazione dell’ignoranza. Quando non avere titolo di studio diventa un vanto

Pubblicato: 02/02/2022 13:41

Ci risiamo. Tutti incollati alla tv a vedere Sanremo e sulla rete di Stato va in onda l’esaltazione del non avere titoli di studio. Insomma, lontanissimi sono i tempi degli “Zero tituli” con cui José Mourinho scherniva gli avversari.
Fiorello, showman unico e bravissimo, viene presentato dal suo amico Amadeus, e fra le sue doti, sciorinate in chiave sicuramente ironica, vengono elencate anche quella di non avere nessun diploma e nessuna laurea, come se questo fosse un vanto. Fiorello può sicuramente decantare qualità che vanno oltre al titolo di studio, il fatto grave è glorificare la sua mancanza.

Io non credo che il diploma o la laurea siano parametri per misurare il valore di una persona, ma credo anche che l’abbandono degli studi non vada esaltato, né incentivato. E se questo succede nella tv di Stato per me è un messaggio sbagliato e pericoloso.

Italia conquista il penultimo posto nella classifica sull’istruzione in Europa

Ci collochiamo, come ci ricorda l’Istat nel consueto rapporto annuale, negli ultimi posti nella graduatoria europea per l’istruzione, davanti solo a Portogallo e Malta per diplomati, con ben 16,3 punti percentuali in meno rispetto alla media europea. E al penultimo posto, dopo alla sola Romania per i laureati, con il 27,8 per cento dei laureati tra i 30 e i 34 anni, contro il 40 per cento dell’Ue.
Questi dati sono drammatici a livello culturale e lo sono anche dal punto di vista occupazionale ed economico.

I giovani sono penalizzati nell’inserimento nel mercato del lavoro soprattutto perché non competono a livello di conoscenze e competenze né con i coetanei europei né con le generazioni precedenti.
Se consideriamo anche che veniamo da anni di didattica a distanza, nei quali lo sviluppo di conoscenze e competenze è stato fortemente penalizzato e il tasso di abbandono scolastico è cresciuto, la gravità della situazione si può solo intuire oggi e potrebbe rivelare tutta la sua tragicità nei prossimi anni. 

Sono oltre mezzo milione di 18-24enni con al massimo la licenza media. Il loro tasso di occupazione è inferiore di quasi 10 punti rispetto a quello degli europei della stessa condizione.
Tra i giovani italiani la laurea rappresenta un vantaggio occupazionale rispetto al diploma, con un distacco di 4 punti per i maschi e di oltre 20 punti per le femmine. 
Il divario di tutti questi numeri, istruzione e occupazione, aumenta nel Mezzogiorno.
L’accrescimento del capitale umano è la vera leva per il superamento di questi divari.
Dati alla mano, il titolo di studio è un fattore determinante per l’accrescimento delle possibilità di occupazione, soprattutto per le donne.

Salvini e l’invito a copiare

Non è solo per il lavoro e non è solo per il titolo sul biglietto da visita, o su Linkedin, l’istruzione è un fattore fondamentale per le scelte di vita, influisce sui pensieri in modo cardinale, sul comportamento e sulla comprensione di meccanismi sociali.

Ma come possiamo pretendere questo dai giovani se poi Salvini, leader politico di uno dei partiti centrali nell’Italia di oggi, ammette che copiava e invita i giovani a farlo?
Come possiamo pretendere dai giovani un amore per lo studio se poi si diventa ministro senza la giusta formazione?
Come possiamo pretendere questo dai giovani se sui social, ma anche in televisione e sui giornali, sono esaltati influencer che non sanno costruire una frase in italiano? E non capirli a volte rappresenta un vantaggio per la modestia dei contenuti che veicolano.

Andare a scuola non vuol dire solo sviluppare conoscenze e competenze specifiche al percorso di studi, ma anche elaborare strategie di ragionamento più ampie, perché lo studio, in qualsiasi modo venga fatto, favorisce il ragionamento e la formazione di nuove sinapsi.

Studiare per essere liberi

Ritengo che il valore di un essere umano vada ben oltre al titolo di studio, ma ritengo anche che esaltare uno stato di ignoranza non porti benefici a questo Paese già provato da una crisi economica e che possa portare solo ad un mantenimento dello status quo di ultimi in Europa. E poi ci lamentiamo anche che negli altri Paesi funziona tutto meglio. Bisogna smettere di lamentarsi e fare. Non aspettarsi sempre tutto per diritto acquisito alla nascita, ma darsi da fare a studiare, a viaggiare, a conoscere e a scegliere. Perché solo con un’ampia apertura mentale si ha la vera libertà. E se sponsorizzare ancora messaggi che incentivino lo stato depressivo e la poca istruzione facesse parte di un disegno per ignorantizzare le masse e pilotarle meglio?

Quando l’eccezione fa rumore è perché non rappresenta la regola

Come se non andare a scuola ed essere ignoranti (che a mio avviso non sono sinonimi, ma fenomeni spesso correlati) fosse un vanto e le persone che hanno studiato sono dei poveri sciocchi che nonostante diplomi e lauree magari si trovano a fare un lavoro mal retribuito e non si trovano, invece, a diventar ministro. Bisognerebbe esaltare le cose virtuose e complimentarci con chi non ha studiato e con chi non ne ha avuto la possibilità e nonostante questo ce l’ha fatta a realizzare i propri sogni, ma ricordiamocelo: se lo si dice in prima serata a Sanremo è perché questa è l’eccezione, non la regola
I giovani hanno bisogno di allargare le proprie possibilità e vedute. Hanno bisogno di nuovi sogni. 

Ultimo Aggiornamento: 08/02/2022 09:18