Vai al contenuto

Covid e polmonite bilaterale: uno studio italiano evidenzia la possibile causa dei gravi problemi respiratori

Pubblicato: 07/02/2022 09:50

Covid e polmonite bilaterale: un recente studio, condotto dalle Università di Milano e Politecnica delle Marche, avrebbe evidenziato nelle particelle di grasso che avvolgono gli alveoli la causa di gravi problemi respiratori nei pazienti affetti dalla malattia da Coronavirus.

Covid e polmonite bilaterale: la possibile causa dei gravi problemi respiratori secondo uno studio

La ricerca italiana alla scoperta dell’origine delle polmoniti bilaterali da Covid-19. Un recente studio pubblicato sulla rivista medica International Journey of Obesity avrebbe evidenziato il presunto meccanismo dietro l’insorgenza di gravi problemi respiratori in alcuni pazienti colpiti dall’infezione da Sars-CoV-2.

Secondo quanto riportato, questi sarebbero provocati dalle particelle di grasso (generate dalla morte delle cellule adipose) che si accumulano nel tessuto dei polmoni formando membrane intorno agli alveoli compromettendone l’attività.

Il team di ricercatori, coordinato da Saverio Cinti (Università Politecnica delle Marche), in collaborazione con l’Università di Milano e con l’Université Côte d’Azur, ha presentato il risultato di analisi condotte su 42 soggetti, 19 dei quali deceduti per polmonite bilaterale correlata a Covid-19 e 23 morti per altre cause.

Polmonite bilaterale da Covid e embolie grassose: cosa dice lo studio

I dati raccolti dall’analisi dei tessuti dei 42 soggetti confermerebbero l’ipotesi formulata dallo stesso team di ricerca nel 2020, secondo cui la malattia da Coronavirus (Covid-19) provocherebbe embolie grassose ritenute responsabili delle polmoniti bilaterali. Secondo quanto riferito da Cinti, fondamentale è “intervenire il più precocemente possibile con farmaci antinfiammatori liposolubili“.

Nel 2020, il gruppo di ricerca aveva puntato l’attenzione sulla relazione tra obesità e Covid-19, sottolineando come sia stato osservato che “nelle persone obese, anche in giovane età – si legge nella nota dell’Università delle Marche – questa nuova malattia infettiva ha un decorso più grave e comporta più frequentemente il ricorso alla terapia intensiva“.

Attraverso l’osservazione via microscopio di campioni polmonari prelevati da soggetti sovrappeso deceduti per Covid, sarebbe emersa la presenza di “evidenti embolie ‘grassose’ – cioè costituite da gocce lipidiche – nel microcircolo polmonare. Questo tipo di embolia – prosegue il comunicato – nota anche con il termine inglese “fat embolism” è più frequentemente riscontrabile in soggetti politraumatizzati per gravi incidenti stradali, e deriva dalla fuoriuscita nel sangue di gocce lipidiche dalle ossa fratturate. Le embolie grassose possono interessare anche il microcircolo di altri organi e tessuti, oltre che i polmoni, provocando sintomi neurologici, cutanei o sistemici, fino a determinare una vera e propria “sindrome da embolia grassosa” o FES (Fat Embolism Syndrome“.

Ultimo Aggiornamento: 07/02/2022 10:00