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Facebook e Instagram chiuderanno in Europa. La strategia di Zuckerberg per “piegare” le regole europee

Pubblicato: 10/02/2022 11:28

Meta, la nuova società di Mark Zuckerberg che gestisce Facebook e Instagram, ha minacciato di chiudere i due social in Europa se non si trova un accordo sul trattamento e trasferimento dei dati personali verso gli USA. L’avvertimento è stato inserito nel report annuale consegnato giovedì scorso alla Security and Exchange Commission (Sec), l’autorità americana garante del mercato.

Meta ha scritto nel documento che in assenza di regole condivise, che consentano i flussi di dati tra Stati Uniti e Unione Europea, probabilmente non sarà più in grado di offrire alcuni dei prodotti e servizi più importanti, compresi Facebook e Instagram, in Europa. Una notizia che è rapidamente rimbalzata da tutte le parti. Agenzie di stampa, giornali, blog, social, dappertutto è avanzato il panico di restare senza i due social di riferimento.

Meta chiede di trovare un nuovo accordo sul trattamento dei dati europei

Cosa chiede Meta? L’azienda guidata da Zuckerberg chiede di trovare un accordo dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea del luglio 2020 che ha invalidato il Privacy Shield, l’accordo stipulato tra Ue e Usa proprio per regolare il trasferimento di dati da una parte all’altra dell’Oceano. Per i giudici per il trasferimento è necessario una reale valutazione sul Paese terzo in cui si trasferiscono i dati personali perché deve garantire realmente un livello di protezione adeguato a quello offerto dal Gdpr.

Nel mirino ci sono le leggi americane, che non garantirebbero adeguati livelli di privacy come quelli europei. Il problema non riguarda solo Meta ma anche le altre aziende d’oltreoceano anche se il colosso dei social è quello che al momento si è esposto di più.

Sino ad ora i tentativi di mediazione sono sempre falliti. Meta che a dire il vero poco dopo ha “smentito” la vicenda annunciando tramite un proprio portavoce che non c’è alcuna intenzione di ritirarsi dall’Europa, ha voluto semplicemente smuovere le acque della burocrazia. La condivisione dei dati tra paesi e regioni rappresentano uno snodo vitale per la società per fornire servizi e pubblicità mirata. Senza di esso rischia di vedere affossati ancora di più i ricavi che già nell’ultimo trimestre del 2021 sono risultati ancora in calo.

Questo è il momento più difficile per Facebook da quando è stato fondato

Dall’ultimo report pubblicato Meta ha chiuso il quarto trimestre del 2021 con ricavi per 33,67 miliardi di dollari contro i 28,07 miliardi di un anno prima. L’utile netto è stato di 10,29 miliardi di dollari, l’8% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

E le previsioni per il primo trimestre del 2022 non sono incoraggianti. Meta prevede ricavi tra i 27 e i 29 miliardi di dollari, mentre gli analisti si attendevano una cifra intorno ai 34,53 miliardi. Il calo di profitti e le previsioni non proprio entusiasmanti per il trimestre in corso hanno avuto delle pesanti ripercussioni anche in borsa. Lo scorso 3 febbraio è arrivata a perdere il 26,4% del suo valore bruciando qualcosa come 250 milioni di dollari di capitalizzazione.

Si tratta di una delle maggiori perdite nella storia della Borsa di New York. Non ci sono dubbi quindi sul fatto che Facebook – Meta stia attraversando forse il periodo più buio della sua storia. La concorrenza di altri social come TikTok e soprattutto la scelta di Apple che dallo scorso anno ha dato libertà agli utenti di decidere se vogliono essere tracciati o meno, sono due dei motivi della crisi. Inoltre per la prima volta da 18 anni gli utenti giornalieri su Facebook sono in calo.

Mark Zuckerberg sta dando priorità alla nuova frontiera del metaverso basato su realtà virtuale e NFT investendo diversi miliardi di dollari. Una scelta che potrà rivelarsi strategicamente vincente ma ci vorranno anni prima di vedere risultati.

Impossibile lascia il mercato europeo

È evidente quindi che a Meta serva con urgenza riportare i dati degli utenti europei sui propri server negli USA. In questo modo potrà garantire quella pubblicità profilata con cui ha fatto fortune negli anni scorsi. Abbandonare l’Europa sarebbe una scelta scellerata. In questo mercato Meta conta 309 milioni di utenti attivi giornalieri e 427 milioni ogni mese oltre ad un mercato molto simile a quello statunitense. Nessuna azienda che basa il suo valore sul numero di utenti può permettersi di rinunciare al mercato europeo.

La strategia di inserire quella minaccia velata nel report indirizzato alla Sec è da attribuire soltanto ad un tentativo di inviare un messaggio ai vertici delle istituzioni europee sulla linea che il social network intende percorrere.

L’unione Europea ha preferito al momento non commentare. Si è limitata soltanto a chiarire che “una cosa deve essere assolutamente chiara: l’Ue stabilisce la sua legislazione tenendo conto dei nostri valori, degli interessi dei consumatori e dei cittadini”.