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Lettera di Tiziano Renzi al figlio Matteo: “Boschi, Bonifazi e Bianchi come la banda Bassotti, senza ritegno”

Pubblicato: 14/02/2022 19:04

Nell’ambito del processo per le fatture false che coinvolge il padre di Matteo Renzi, Tiziano, è emersa una lettera che l’uomo avrebbe scritto ma mai inviato al figlio. Nella missiva, si toglie qualche evidente sassolino dalla scarpa nei confronti non solo dell’ex premier e segretario del Partito Democratico, ma anche del cosiddetto Giglio Magico.

La lettera di Tiziano Renzi contro il Giglio Magico di Matteo

Depositato dalla Procura di Firenze, il contenuto della lettera è stato divulgato in queste ore da Repubblica. Bisogna tornare indietro fino ai primi di marzo del 2017: Matteo Renzi, dopo aver perso il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 ed essersi dimesso da Presidente del Consiglio, lascia anche la segreteria del Partito Democratico con l’intenzione di candidarsi poi alle successive primarie. Nel mentre, il padre Tiziano a quanto pare stava covando qualche rancore nei confronti non solo del figlio ma anche dei suoi più fidati collaboratori.

Il 5 marzo 2017, pochi giorni dopo la telefonata intercettata e l’esplosione del caso Consip, scrive: “A fronte dell’ectoplasma e della banda Bassotti (Bianchi, Bonifazi e Boschi) che hanno davvero lucrato senza ritegno dalla posizione di accoliti tuoi, io sono stato quello che è passato per ladro prendendolo nel cu*o”. Sta parlando dell’ex ministra del Governo Renzi, del presidente della fondazione renziana Alberto Bianchi e dell’attuale senatore Francesco Bonifazi.

Tiziano Renzi nella lettera a Matteo: “Sono il Re Mida della me**a”

Secondo quanto riportato da Repubblica, la lettera è stata sequestrata dalla Guardia di Finanza nell’ottobre del 2019: è stata trovata sul computer di Tiziano Renzi e a suo riguardo è stata rigettata un’istanza della difesa per bollarla come inammissibile nel processo. Il tribunale ha dato parere contrario perchè tecnicamente la lettera non è mai stata inviata e quindi non si possono applicare le regole che tutelano i parlamentari e la loro corrispondenza. Tra i passaggi più rumorosi della lettera, quello in cui Tiziano Renzi sembra attaccare il figlio: “In questi anni ho avuto la netta percezione, anzi la certezza, di essere considerato un ostacolo e comunque un fastidio“. E ancora: “Riguardo il tuo auspicio che vada in pensione devo con forza affermare che in pensione, dopo una vita vissuta all’avventura, mi ci manda il buon Dio non te

Tiziano Renzi aggiunge: “Ho vissuto l’ultimo anno con terrore. Non è servito a niente. Non posso andare avanti così, mi manca la lotta, mi manca lo scontro […] Se devo cadere preferisco farlo lottando e non nascondendomi“. Quindi, una dura critica verso se stesso: “Tutti quelli che hanno avuto rapporti con me sono stati attenzionati solo per questo fatto, sono il Re Mida della me**a, concimo tutti“. Al figlio, scrive: “Ora tu hai l’immunità, non esiste più il rischio che tramite me arrivino a te. Spero che inizi una nuova stagione di lotta per i valori che hanno animato la nostra vita“.