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Guerra in Ucraina, Sergej Lavrov parla di dialogo: possibile solo se Ucraina “depone le armi”

Pubblicato: 25/02/2022 12:45

Dopo due giorni di spari, bombe e chiusura, Mosca parla di dialogo. Nello specifico parla di dialogo con l’Ucraina, e della ferma volontà di evitare un’occupazione -e mentre lo dice, i carri armati russi stanno attraversando Kiev.

Sergej Lavrov, ministro degli esteri russo, ha parlato con toni severi in conferenza stampa ed ha addirittura detto che una deposizione delle armi da part dei Kiev potrebbe portare ad un dialogo. Questo dialogo a sua volta potrebbe portare al raggiungimento di un accordo.

Lavrov, l’intenzione di Mosca è “smilitarizzare e de-nazificare”

Lavrov e Mosca insistono: nessuno vuole occupare l’Ucraina. La missione, dice il ministro, è “smilitarizzare e de-nazificare” e Vladimir Putin, qualche giorno fa, aveva chiarito che la Russia era stata di fatto costretta ad agire, e che la situazione imponeva “un’azione decisa e immediata da parte nostra, le repubbliche popolari del Donbass si sono rivolte alla Russia con una richiesta di aiuto”.

Viene accusato di menzogne, invece, Vladimir Zelensky, in quanto non sarebbe vero, come dice il presidente ucraino, che la Russia vorrebbe occupare il Paese, ma è alta la volontà di rendere indipendente il popolo ucraino. Zelensky, ad ogni modo, è ancora considerato il “legittimo presidente dell’Ucraina” da Mosca.

Paesi occidentali sotto accusa da Mosca: “Hanno chiuso un occhio sui crimini di guerra”

Parole dure riguardo alle sanzioni: “Ci vendicheremo contro le sanzioni dell’Occidente”. Grandi accuse ai Paesi occidentali: “Hanno chiuso un occhio sui crimini di guerra contro la popolazione civile, sugli omicidi di donne, bambini, anziani, sulla distruzione delle infrastrutture civili e incoraggiato silenziosamente il rapido emergere del neonazismo e della russofobia [in Ucraina – ndr], che alla fine ha fatto precipitare il paese nel suo attuale tragico stato”.

Inoltre, l’accusa all’Occidente è anche quella di aver lasciato che Kiev uccidesse i residenti del Donbass nelle repubbliche di Donetsk e Luhansk e che sarebbe stato questo il motivo scatenante dell’intervento russo, costretto a intervenire per difendere Donetsk e Luhansk.