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David Rossi, tutti i motivi per cui la tesi del suicidio vacilla: la morte incerta del manager di MpS

Pubblicato: 06/03/2022 08:00

La sera del 6 marzo 2013 un uomo precipita da una finestra della sede della banca Monte dei paschi di Siena. È David Rossi, manager della comunicazione dell’istituto bancario.

Oggi, molti anni dopo, di quella morte non si può e non si deve smettere di parlare: sono troppe, ancora, le risposte che mancano sulla sera del decesso di Rossi, e più il tempo passa, più traballa il castello di carte della tesi suicidaria, che sembra sempre meno credibile con il passare del tempo.

David Rossi, i giorni prima: le ferite e la tensione

La famiglia di David Rossi, inizialmente, credette alla tesi del suicidio. Nel periodo precedente alla morte il manager era stato investito da problemi di portata mastodontica: MpS era stata travolta dallo scandalo dell’inchiesta che coinvolgeva l’ex Presidente Giuseppe Mussari (amico intimo di Rossi) e che partiva dall’acquisizione da parte di MpS di banca Antonveneta e a diverse operazioni che si riteneva Mussari potesse aver manovrato al fine di nascondere ai mercati ed agli investitori le pessime conseguenze dell’affare Antonveneta.

Antonella Tognazzi, vedova di Rossi, aveva raccontato agli inquirenti -dopo la morte- che David appariva angosciato, molto stressato ed ossessivo: si sentiva spiato, seguito per strada e temeva di essere arrestato o quantomeno considerato coinvolto nella vicenda in quanto amico di Mussari. Carolina Orlandi, la figliastra, aveva raccontato di aver visto, nei giorni precedenti la morte, dei segni sulle braccia dell’uomo, he lui aveva ammesso di essersi procurato da solo: “Nei momenti di nervosismo, quando vuoi sentire dolore fisico per essere più cosciente”, aveva detto.

I biglietti, un addio senza logica: parole mai usate da David Rossi

Eppure, per loro che conoscevano profondamente David, più di un dettaglio è apparso subito come sospetto. In primis, i biglietti trovati nel cestino nell’ufficio di David, e che volevano essere dei messaggi d’addio alla moglie, scritti da lui (una perizia successiva avrebbe poi confermato che era stato lui a scriverli ma che poteva essere stato sottoposto a costrizione) ma che contenevano parole che non facevano minimamente parte del suo lessico, come “amore”, “Toni” -soprannome della moglie che lui detestava- o “scusa”. In tempi recentissimi anche Giuseppe Mussari, ascoltato in audizione parlamentare, ha espresso dubbi su tali messaggi, ritenendoli estremamente inusuali per l’amico fraterno.

David Rossi, inoltre, la sera della morte aveva parlato con due persone a lui molto care: a sua moglie, a cui aveva detto che sarebbe tornato a casa nel giro di poco per poterle fare una puntura in quanto stava molto male, e sua madre, a cui aveva detto che dopo essere passato da casa, sarebbe passato da lei. Ovviamente, ciò ha fatto sì che entrambe le donne si siano subito allarmate quando non lo hanno visto rientrare a casa. Entrambe hanno dichiarato in più occasioni che non aveva senso, per una persona che voleva suicidarsi non avrebbe detto a ben due persone di aspettarlo.

David Rossi, il corpo che parla: le ferite incompatibili con il suicidio

Se non si può aprire un’inchiesta sulla base dell’opinione -seppur salda e ragionevole- di un parente addolorato, lo si può fare davanti ad elementi chiari ed oggettivi. E lo sono, chiari e oggettivi, alcuni dei segni trovati sul corpo di David Rossi: delle ferite sul volto, sul naso (nel punto di appoggio degli occhiali) e sulla bocca, non compatibili con la caduta quanto più con delle percosse e i segni attorno al polso in cui portava l’orologio, compatibili con una violenta stretta da parte di terzi.

La caduta: nessun soccorso immediato e un orologio caduto “dal cielo”

Nel corso degli anni non sono stati solo i segni sul corpo di David a parlare. Ad essere stato osservato a lungo è anche il video, ripreso da una telecamera di sorveglianza, che ha ripreso la caduta di David Rossi. Una caduta, da molti definita, difficilmente compatibile con la tesi suicideria: di schiena, con il volto verso il muro. Dal video emersero al tempo diversi particolari sconvolgenti: un’analisi accurata mostrò che diversi minuti dopo la caduta, venne fatto precipitare anche l’orologio dell’uomo. Inoltre, fu chiaro dal video che almeno due persone si affacciarono al vicolo in cui si trovava il corpo e, pur guardando, non soccorsero Rossi.

A colpire, più di qualunque altro fatto, è stato il fatto che furono fatte partire dai device tecnologici di David Rossi dei messaggi dopo la sua morte.

La mail del 4 marzo 2013 (due giorni prima della morte) in cui si legge David Rossi scrivere a Fabrizio Viola (AD di Montepaschi) le parole Stasera mi suicido sul serio. Aiutatemi!!!, sarebbe stata in realtà creata e spedita il 7 marzo, cioè dopo la morte del dirigente. A dirlo, fin dall’inizio, è la polizia postale, che segnalò la questione con una lunga relazione: nessuno, al tempo, decise però di indagare ulteriormente.

Ultimo Aggiornamento: 06/03/2022 08:58