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Matteo Salvini contestato in Polonia: che cosa è successo a pochi chilometri dal confine con l’Ucraina

Pubblicato: 08/03/2022 17:32

Matteo Salvini, leader della Lega, si è recato in Polonia a pochi chilometri dal confine con l’Ucraina. Lì ha ricevuto un’accoglienza inaspettata dal sindaco e da un gruppo di italiani. Ecco che cosa è successo e quali sono state le sue parole dopo l’episodio.

Matteo Salvini contestato in Polonia dal sindaco di Przemysl: “Io non la ricevo

Matteo Salvini si è recato nella cittadina polacca Przemysl, ad appena una decina di chilometri dal confine con l’Ucraina. Al suo arrivo in stazione, dove ogni giorno si affollano centinaia di profughi dalla guerra in Ucraina, Salvini è stato oggetto di contestazione. Il sindaco di Przemys, Wojciech Bakun, ha dapprima ringraziato l’Italia, ma in seguito ha mostrato al leader del Carroccio una maglietta con il volto di Vladimir Putin, richiamando le numerose occasioni in cui Salvini ne aveva indossata una simile. “Io non la ricevo, venga con me al confine a condannarlo” ha detto il sindaco Bakun, esponente di un movimento appartenente alla destra nazionalista e populista. La contestazione è stata portata avanti anche da un gruppo di italiani presenti alla stazione, che hanno rivolto al leader della Lega la parola “buffone”.

La replica di Salvini alle contestazioni in Polonia, a pochi chilometri dall’Ucraina

La risposta di Salvini non si è fatta attendere. “Non ci interessa la polemica della sinistra italiana o polacca, siamo qui per aiutare chi scappa dalla guerra” ha infatti replicato, secondo quanto riferisce l’Ansa. Il leader del Carroccio ha ribadito di essersi recato in Polonia per portare “aiuti e la pace”, sottolineando l’importanza di salvare donne e bambini. Salvini ha inoltre aggiunto che per “portare medicine, vestiti, giochi e portare in Italia donne e bambini, ne vale sempre la pena” mentre “per la polemica politica c’è sempre tempo“. Sul ruolo giocato dall’Unione Europea nell’accoglienza dei profughi in fuga dalla guerra, Salvini si è augurato che altri politici possano seguire il suo esempio recandosi nei luoghi interessati dal conflitto: “Spero ne arrivino altri, se ciascuno fa il suo e aiuta una famiglia… la Polonia sta facendo tantissimo, un milione di rifugiati, mentre l’Europa dovrebbe fare di più. La Polonia è lasciata un po’ da sola”.

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