Vai al contenuto

Marina Ovsyannikova, paura per la giornalista che ha fatto irruzione durante il Tg russo è “sparita”

Pubblicato: 15/03/2022 13:31

C’è apprensione per Marina Ovsyannikova, la giornalista che nelle scorse ore è stata protagonista di una singolare protesta andata in onda nelle scorse ore. La giornalista è apparsa sulla tv russa con un cartello con scritto:  “No alla guerra, fermate la guerra. Non credete alla propaganda, vi stanno mentendo”.

Dopo quello che è stato definito un vero e proprio blitz, di Marina Ovsyannikova si sarebbero perse le tracce, e sembra che neppure i suoi avvocati siano a conoscenza del luogo in cui si trova.

Marina Ovsyannikova è “sparita”

Non ci sono notizie di Marina Ovsyannikova, come annunciato da un tweet pubblicato dal suo legale e capo dei Agora, associazione che si occupa di diritti umani, Pavel Chikov, facendo riferimento all’agenzia TASS, ha detto che la sua assistita sarebbe stata imprigionata ma: “Non è ancora stata trovata” e “Si trova in prigione da 12 ore“.

Secondo le informazioni in possesso di Chikov: “Il comitato investigativo della Federazione Russa sta conducendo un’indagine contro Ovsyannikova. Le indagini preliminari però non comprendono detenzione”. Secondo Chikov, Ovsyannikova sarebbe stata portata in una stazione di polizia di Mosca e potrebbe essere incriminate per diffamazione delle forze dell’ordine secondo una legge varata lo scorso 4 marzo.

Cosa rischia Marina Ovsyannikova

Secondo quanto stabilito dalla suddetta legge, sono illegali tutte le azioni pubbliche che possono essere interpretate come diffamatorie dell’operato dell’esercito russo. È fatto divieto anche della diffusione di notizie ritenute “false” e la diffusione di informazione ritenute deliberatamente false ed infondate sull’uso della forza da parte di polizia ed esercito russi. La legge prevede una pena fino a 15 anni di detenzione.

Se da un lato la protesta di Marina Ovsyannikova, nata da genitori russi ed ucraini, ha ricevuto il plauso di molti sul web, che hanno definito il gesto eroico, ora rischia una pena severissima. Anche perché l’aver pubblicamente sostenuto di essersi pentita di aver lavorato per Channel One potrebbe rivelarsi un’aggravante.

Nel video pubblicato prima della sua apparizione con il cartello, Marina Ovsyannikova, ha detto di vergognarsi “Per aver contribuito a trasformare i russi in zombie” per aver “Contribuito a diffondere la propaganda del Cremlino“. E ancora: “Siamo stati in in silenzio nel 2014, quando tutto questo ha avuto inizio, non siamo andati a manifestrare quando il Cremlino ha avvelenato Navalny. Abbiamo osservato in silenzio questo regime disumano, ora il mondo intero si è allontanato da noi e nemmeno dieci generazioni dei nostri discendenti non basteranno a lavare la vergogna di questa guerra fratricida”.

Il video si conclude con un appello: “Noi il popolo russo, premuroso e intelligente… Sta a noi fermare questa follia, andate a manifestare, non abbiate paura di niente, non possono imprigionarci tutti”.