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Che cos’è il battaglione Azov e come nasce questa milizia coinvolta nella guerra tra Ucraina e Russia

Pubblicato: 17/03/2022 14:25

Il famigerato battaglione Azov è stato più volte citato dalla Russia nel contesto della guerra in Ucraina. In particolare, Mosca ha addossato al battaglione la responsabilità di alcuni degli attacchi più terribili, ricevendo la secca smentita del governo di Kiev. Ma che cos’è davvero il battaglione Azov?

Che cos’è il battaglione Azov e perché è stato citato più volte dalla Russia

Secondo la Russia, l’ospedale pediatrico di Mariupol era il covo dei militanti del battaglione Azov. Sempre il battaglione avrebbe fatto saltare in aria il teatro della città, prendendo in ostaggio i civili. Si tratta di ricostruzioni smentite con forza dell’Ucraina e dalle immagini che ritraggono la presenza di civili nell’ospedale e la scritta “bambini” dipinta davanti al Teatro. Infine, per lungo tempo il battaglione Azov è stato al centro della volontà russa di denazificare l’Ucraina. Si tratta in effetti di un corpo armato che affonda le proprie radici direttamente nell’ideologia nazista. Tra le accuse che ha ricevuto da Mosca c’è l’aver commesso un genocidio della popolazione russofona nelle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, nella regione del Donbass. Ecco quali sono le origini del battaglione e perché è così contestato.

Come nasce il battaglione Azov e qual è il suo ruolo

Il battaglione Azov nasce dalla fusione di due gruppi paramilitari appartenenti all’area dell’estrema destra ucraina. Il fondatore è Andriy Biletsky, un militante neonazista noto come “Führer bianco”, perché strenuo sostenitore dell’arianità della razza ucraina. Il simbolo del battaglione è di origine nazista: si tratta del Wolfsangel, per qualche tempo affiancato anche al sole nero prediletto da Himmler. Tra le caratteristiche del battaglione c’è anche la celebrazione di Stepan Bandera, il collaborazionista che durante la Seconda Guerra Mondiale si alleò con Hitler per attaccare l’Urss e conservare l’indipendenza. Nel 2014, il battaglione Azov si è palesato come una brigata militare per contrastare le milizie filorusse attive nella regione del Donbass, composta prevalentemente da volontari inseriti nel contesto dell’estrema destra. Il governo dell’epoca non ha mai ostacolato apertamente l’azione del battaglione e degli altri gruppi analoghi che avevano preso parte ai conflitti del 2014, la cui risoluzione è arrivata soltanto con gli accordi di Minsk. Inizialmente, il battaglione Azov è stato inquadrato nel corpo di Polizia proprio per la sua struttura di reparto formato da volontari.

Le accuse rivolte al battaglione Azov e l’affiliazione con militanti della destra estrema

La richiesta di sciogliere il battaglione Azov era stata avanzata anche da Amnesty International, sulla base del rapporto OSCE del 2016 e delle accuse di crimini di guerra e tortura avanzate dall’Ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani. In particolare l’OSCE, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, ha accusato il battaglione Azov dell’uso sistematico della tortura, dell’occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e di numerose uccisioni di massa di prigionieri. Il battaglione ha affiliazioni con diversi militanti appartenenti alla sfera neonazista della destra radicale europea, compresi alcuni membri dell’italiana Casapound e volontari provenienti da Francia, Spagna e Svezia. Sono infatti ammessi combattenti provenienti dall’estero. Dal 2015, questo gruppo paramilitare fa parte della Guardia Nazionale ucraina e opera anche per effettuare ricognizioni e bonificare il territorio dalla presenza di eventuali ordigni. Dal 2016, l’addestramento e il finanziamento del battaglione Azov è a opera degli Stati Uniti, così come avviene per altri corpi delle forze armate ucraine.