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Zelensky è l’eroe, Putin è il cattivo e noi i buoni. Un racconto di guerra che non descrive la realtà

Pubblicato: 17/03/2022 10:03

Ho pensato a lungo se scrivere di questa guerra. Ho opposto resistenza a me stessa per non urlare su quello che stiamo assistendo tutti noi in questi lunghissimi giorni. E non mi riferisco a quello che avviene nelle strade, negli ospedali e negli asili ucraini. Mi riferisco al confronto fra una giornalista che si fa arrestare, e rischia cose ben più atroci, per manifestare contro la guerra e alla nostra presunzione di innocenza.

Come si racconta una guerra

Abbiamo trovato un cattivo, abbiamo un eroe e ci sono anche gli alleati. Potrebbe essere la trama di una serie tv, ma i morti qui sono reali e le responsabilità dovrebbero essere autentiche anche quelle.

Il cattivo è Putin, sanguinario, malato, folle e con ideali imperialistici. Così ci viene raccontato. Ma è lo stesso Putin con il quale il Movimento 5 stelle e la Lega erano “alleati” fino a pochi giorni prima del 24 febbraio. Il Parlamento di Strasburgo il 9 marzo ha approvato una risoluzione contro le  forze sovraniste e populiste che hanno collaborato con Mosca e Pechino. E si parla di finanziamenti illeciti e nascosti per finanziare le campagne elettorali a favore dei movimenti sovranisti, non democratici e antieuropeisti. E tra gli italiani indicati troviamo la Lega che ha firmato accordi di cooperazione con il partito di Vladimir Putin sul reciproco scambio di informazioni “confidenziali” su temi di attualità, su movimenti internazionali, su politica interna e sull’economia. Perché stringere questo accordo dando alla Russia informazioni “confidenziali” sull’Italia? Non era un pazzo allora? Lo è diventato dopo?

Ma Strasburgo va oltre e parla anche di Arabia Saudita, il quale nome porta inevitabilmente in Italia ai rapporti con Matteo Renzi.

Non sta meglio il Movimento 5 Stelle da sempre simpatizzante del Cremlino e che ha sostenuto in passato posizioni anche molto forti a favore dei compagni russi. Una su tutte l’astensione nella votazione del Parlamento europeo per condannare l’avvelenamento di Aleksej Navalny, tra i principali oppositori di Putin.

Cosa serve la solidarietà oggi al popolo ucraino se prima si stringono mani sporche di sangue?

Dov’era gli alleati allora? Quanto hanno chiuso gli occhi per non capire che una guerra non scoppia il 24 febbraio? E il giorno dopo c’è sorpresa e tutti i tg aprono con la notizia più importante: Biden sostiene che questa guerra era preparata e non improvvisata. Ci voleva Biden a dircelo. E dove eravate voi mentre Putin preparava la guerra?

L’Italia non passa l’esame di economia

A livello economico non va meglio. Questa guerra rappresenta la sconfitta di una politica economica non lungimirante e soprattutto cieca nei rapporti internazionali. Se non vogliamo scomodare la macroeconomia, come si chiama all’università, basiamoci anche solo ai primi esami di microeconomia. Quando in una società c’è un socio che detiene la maggioranza, allora è lui che decide e ha in mano le sorti di quella azienda. Noi abbiamo stretto accordi con la Russia permettendo di avere la maggioranza sull’approvvigionamento di gas e non solo. In questo modo ci siamo resi ricattabili. Se molti accordi internazionali garantiscono, almeno su carta, una governabilità internazionale, come abbiamo visto anche in questa guerra con la controversa posizione della Cina, che non vuole voltare le spalle alla Russia, rimasta quasi l’unica potenza non filoamericana, dall’altra non si può permettere, per ora, di stracciare accordi economici con altri Paesi. Questo ricatto ora deve servire per cambiare gli accordi internazionali prendendo in esame anche la situazione sociale, politica e magari etica insita nei singoli Paesi.

Per fortuna ci sono i buoni e siamo noi

Veniamo agli alleati, quelli che sostengono l’eroe, sono i buoni, siamo noi con i nostri amici americani. Biden ai minimi storici del consenso e prossimo alle elezioni di metà mandato era sicuramente preoccupato e una guerra potrebbe giocare a suo vantaggio per risollevare le idee imperialiste americane. E l’America si riveste anche dall’amato ruolo di portatrice di pace e di liberazione dai cattivi e da soccorritrice della sorella minore, l’Europa, che stava, per la prima volta da quando è nata, manifestando di poter farcela da sola. Quello che è successo negli ultimi anni con la pandemia ha palesato al mondo quanto è coesa finalmente l’Europa e come ha gestito in modo unitario la politica emergenziale. A chi fa comodo un’Europa così forte? Gli americani avevano anche smesso di fare battute di spirito su noi europei e sulla nostra moneta.

Meglio, per tanti, tornare indietro, meglio le divisioni: divide et impera, dicevano gli antichi. 

Chi vince la guerra?

E veniamo all’eroe che voleva far parte dei buoni, della Nato (che incassa un’altra pesante sconfitta dopo l’Afghanistan) e dell’Europa, e che ora è costretto a fare un passo indietro al cospetto del sanguinario, al cospetto di una realtà che quasi nessuno racconta, dove dipingiamo Putin come il solo cattivo (cattivo lo è davvero, ma in questa situazione è in buona compagnia) perché ne abbiamo bisogno, abbiamo bisogno di sentirci dalla parte dei giusti e dei buoni, senza imparare dalla storia. E chi ne fa le spese, come sempre succede in guerra, sono i popoli, sono le persone, sono gli innocenti.

In questa guerra perdiamo tutti e nessuno è innocente.