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Delitto di via Poma, riaperto il caso dopo 32 anni: potrebbe essere stato individuato il vero assassino

Pubblicato: 19/03/2022 23:35

Il caso del delitto di via Poma potrebbe, dopo 32 anni, arrivare a definire un vero e definitivo colpevole. Potremmo infatti essere molto vicini a conoscere l’identità del responsabile della morte di Simonetta Cesaroni, la 20enne uccisa con 29 colpi inferti con un’arma da taglio il 7 agosto 1990.

Il suo cadavere fu trovato in un appartamento di via Carlo Poma, a Roma, ma finora non si è riusciti né a definire con chiarezza la dinamica del delitto, né a condannare in via definitiva un colpevole, sebbene in molti siano stati sospettati (o perfino processati) per il suo omicidio.

Simonetta Cesaroni, nuovi interrogatori ai testimoni dell’epoca: saltato un alibi

A quanto pare sarebbe il Pm Ilaria Calò, la stessa che formulò le accuse contro l’indiziato numero uno, Raniero Busco (processato ma assolto in appello e cassazione) a portare avanti ora nuove indagini e nuovi interrogatori. Sarebbero infatti emersi nuovi elementi (che però non sono stati resi noti) che invaliderebbero l’alibi di una persona che già all’epoca dei fatti era stata ascoltata più volte, ma che era poi stata scartata dalla lista dei sospettati.

La notizia è stata data da Il Foglio, che riporta come sia già cominciata la fase di interrogatorio dei testimoni e che non si possono ancora prevedere gli sviluppi delle indagini. Paolo Loria, avvocato di Raniero Busco-al tempo fidanzato di Simonetta Cesaroni- si è dichiarato estremamente contento per la riapertura del caso, come riporta TgCom: “Sono soddisfatto perché forse si arriverà al bandolo di questa matassa e si riuscirà a trovare il vero colpevole e liberare dal sospetto, che dura da 30 anni, una serie di personaggi assolutamente innocenti”.

Simonetta Cesaroni, aggredita e uccisa: il delitto di via Poma

Simonetta Cesaroni, segretaria di 20 anni, negli ultimi giorni della sua vita stava lavorando presso gli uffici di un cliente che aveva lo studio in via Carlo Poma, a Roma. Si sa poco della sua vita nell’ultimo periodo e non sembrava ci fossero questioni che potessero spaventare lei o chi le stava vicino, eccezion fatta per alcune telefonate anonime che la ragazza aveva ricevuto e di cui aveva parlato alla madre. Furono i suoi familiari a denunciare la sua scomparsa al datore di lavoro, Salvatore Volponi, e fu con lui che la sorella di Simonetta e il fidanzato di lei si recarono nell’ufficio, dove trovarono il cadavere della ragazza. La ragazza, si conclude con le indagini, venne aggredita furiosamente e colpita più volte, dopo essere stata immobilizzata a terra. Alcuni vestiti della ragazza, nonché diversi effetti personali, sono stati portati via e mai più ritrovati. Si suppone che l’aggressore abbia attaccato Simonetta Cesaroni con lo scopo di violentarla ma che, non riuscendo a farlo forse per questioni di impotenza, abbia poi convertito la sua furia nell’omicidio.

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Ultimo Aggiornamento: 19/03/2022 23:43

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