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Taglio accise sulla benzina: quando calerà il prezzo nei distributori. Assopetroli protesta e minaccia lo sciopero

Pubblicato: 20/03/2022 11:59

Venerdì sera il Governo ha approvato un decreto energia urgente per tagliare le accise e fermare l’aumento vertiginoso del prezzo di benzina, diesel e GPL. Gli interventi però scontentano tutti: le associazioni dei consumatori chiedono che venga fatto di più, mentre i distributori vogliono chiarezza sui tagli e minacciano mobilitazioni. Intanto, si attende il momento in cui calerà il prezzo del carburante: quando potrebbe avvenire.

Quando calerà sotto i 2 euro il prezzo di benzina e diesel

L’annuncio è arrivato poco dopo la mezzanotte di sabato: Mario Draghi ha fatto sapere che come misura straordinaria il Governo ha deciso di tagliare parte delle accise sui carburanti, il cui costo è lievitato a causa della guerra tra Russia e Ucraina e le ripercussioni nei rapporti con il Cremlino. Nel decreto energia è previsto un taglio di 0,25 centesimi sul prezzo di benzina e diesel e dello 0,085 sul GPL: la misura sarà valida solo fino ad aprile, quindi per circa 30-40 giorni. In seguito, il Governo valuterà le reazioni dei mercati per decidere eventuali ulteriori interventi.

Nella pratica, il taglio del costo dei carburanti potrebbe entrare in vigore da martedì 22 marzo: come sottolinea Ansa, è necessario prima che il decreto venga pubblicato in Gazzetta Ufficiale, poi l’intervento scatterà dal giorno successivo. Da inizio settimana, quindi, il prezzo della benzina ai distributori potrebbe di nuovo tornare sotto i due euro al litro.

Polemiche sul taglio delle accise: Assopetroli sul piede di guerra, minacciato lo sciopero

Le decisioni del Governo però scontentano un po’ tutti: per i consumatori e leader politici non bastano i 4,4 miliardi messi in campo. Da PD a M5S, si chiede più coraggio soprattutto nella tassazione degli extraprofitti dei produttori di energia, perché i 25 centesimi di taglio accordati non sono sufficienti a colmare il divario con gli aumenti subiti. Protestano però anche i distributori: con un comunicato, Assopetroli e Assoenergia hanno minacciato scioperi e mobilitazioni se non verranno chiariti alcuni aspetti del decreto. In particolare, si teme che “i carburanti ad accisa assolta immagazzinati precedentemente nei depositi commerciali e negli impianti stradali di distribuzione subiranno una fortissima svalutazione rispetto al prezzo di carico” e chiedono indennizzi, oltre a sollevare dubbi sulla costituzionalità dell’intervento.

Critiche anche da Confindustria, che secondo quanto citato da Ansa si lamenta della “indisponibilità ad un taglio strutturale delle accise sui carburanti” e del fatto che la rateizzazione delle bollette per le imprese non parta subito, ma solo per le bollette di maggio e giugno. Dal sindacato Cisl l’intervento di tassazione viene definito “doveroso ma debole” e così pure la Uil, che chiede venga estesa anche ad altre multinazionali.