A distanza di diverse ore dalla tragedia del carnevale di Strépy-Bracquegnies, in Belgio, dove un’auto si è lanciata sulla folla in festa falciando diverse persone e causando morti e feriti, sarebbero state individuate due persone che risulterebbero coinvolte nella vicenda.
L’incidente è avvenuto all’alba di domenica, quando l’auto ha travolto diverse persone in festa nella cittadina sita a est di Charleroi; da ore andavano avanti i festeggiamenti per il carnevale locale. Il bilancio è gravissimo ed è di 6 morti e 27 feriti, alcuni in modo lieve e dieci in gravi condizioni.
Strage di carnevale: fermati due cittadini italiani
La polizia belga avrebbe disposto il fermo per due cittadini di origini italiane; secondo quanto riferisce il quotidiano La Sicilia, i due sarebbero originari della provincia di Agrigento e avrebbero tra i 32 e i 34 anni e sarebbero cugini. Ad ora non è stato reso noto se si sia trattato di un gesto volontario o un incidente; secondo quanto riferito dal sostituto procuratore Mons Damien Verheyen ci sarà un’inchiesta per omicidio. L’unico elemento certo è che stata ufficialmente esclusa la pista dell’attentato terroristico.
I due cittadini italiani al momento non sono ancora stati ascoltati dal giudice istruttore incaricato del caso.
Una prima dinamica della strage di carnevale
Secondo una primissima ricostruzione, i due cugini stavano guidando una BMW Serie 5 nera (ritrovata diverse centinaia di metri più avanti) quando si sono schiantati su un gruppo di persone che stavano partecipando al carnevale. Gli inquirenti non escludono la pista del movente famigliare, visto che tra le vittime e i feriti la maggior parte erano cittadini di origine e dal cognome italiano.
Come riferito dal sostituto procuratore Mons Damien Verheyen: “Tutte le strade sono aperte, ma al momento non c’è alcun elemento che suggerisca una motivazione terroristica. (…) Non conosciamo le loro motivazioni“. Sempre sui due fermati, il procuratore ha aggiunto: “Sono sconosciuti alla giustizia. Ci saranno ora ulteriori adempimenti investigativi a cui seguirà un’istruttoria”.