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Cosa succede se l’Italia entra in guerra: le azioni previste dalla Costituzione e gli scenari possibili

Pubblicato: 21/03/2022 21:29

La guerra che vede coinvolte la Russia e l’Ucraina sembra farsi sempre più tesa giorno dopo giorno. La vicinanza geografica all’Europa e ai Paesi che hanno aderito all’Alleanza NATO fanno sorgere spontanea una domanda: cosa potrebbe succedere nel concreto se l’Italia dovesse intervenire nella guerra?

In quali casi l’Italia potrebbe entrare in guerra secondo la Costituzione

Quando si pensa alla possibilità di un eventuale ingresso dell’Italia nella guerra, il pensiero corre subito all’articolo 11 della nostra Costituzione, secondo il quale “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa agli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Come sottolinea laleggepertutti.it, questo significa che il nostro Paese non può intraprendere una guerra offensiva oppure con obiettivi di conquista. Allo stesso tempo, però, l’Italia è uno dei 12 Stati fondatori dell’Alleanza NATO. In qualità di membro, l’Italia ha sottoscritto il Trattato nordatlantico e in base all’articolo 5 è chiamata a intervenire militarmente nell’eventualità di un “attacco armato” a un altro Stato membro. Per il momento questa possibilità non sussiste, perché l’Ucraina non fa parte della NATO. Se però immaginassimo uno scenario diverso, ecco come potrebbe funzionare l’ingresso dell’Italia nella guerra.

Italia in guerra: come potrebbe funzionare l’ingresso nel nostro Paese in un conflitto

Se l’Italia dovesse entrare in guerra, l’articolo 78 della Costituzione dispone che “le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari”. Il Governo assumerebbe quindi pieni poteri, trasferendoli in particolar modo al Presidente del Consiglio e ai Ministri della Difesa e degli Esteri. Lo stato di guerra e la conseguente delega dei poteri al Governo sono quindi stabiliti dal Parlamento. I dettagli sulle deleghe, però, sarebbero da definire sulla base della situazione specifica e sulle conseguenze che l’eventuale guerra può avere sull’Italia. Il monitoraggio sulle indicazioni fornite dal Parlamento spetterebbe al Presidente della Repubblica, che in tempo di pace è Capo delle Forze Armate.

Cosa cambierebbe se l’Italia entrasse in guerra, tra diritto di voto e tribunali militari

In tempo di guerra, la Costituzione prevede l’istituzione dei Tribunali Militari, il cui compito è giudicare i membri delle forze armate. I tribunali militari si occupano di reati previsti dai codici penali militari di guerra e di pace, e in assenza di conflitti agiscono soltanto sui reati militari che siano stati commessi da membri delle forze armate. Lo stato di guerra prevede poi la possibilità di prorogare il Parlamento fino alla fine del conflitto, sospendendo di fatto il diritto di voto dei cittadini. Secondo l’articolo 60 della Costituzione, infatti, “la durata di ciascuna Camera non può essere prorogata se non per legge e soltanto in caso di guerra”.

Leva militare obbligatoria: chi può essere chiamato nell’eventualità di una guerra

Nello scenario di una guerra, è possibile che sia reintrodotta la leva obbligatoria abolita nel 2005? Secondo il Codice Militare, questa eventualità si può presentare solo con una delibera del Parlamento se esiste lo Stato di Guerra, oppure se c’è “una grave crisi internazionale” che richieda il coinvolgimento dell’Italia (per esempio, in qualità di membro della NATO). Nel caso in cui “il personale volontario in servizio fosse insufficiente” o se fosse impossibile “colmare le vacanze dell’organico in funzione delle predisposizioni di mobilitazione”, i cittadini potrebbero essere chiamati a prestare servizio all’interno delle forze armate. In base all’articolo 52 della Costituzione, il “sacro dovere di ogni cittadino” è difendere la patria. I primi a poter essere richiamati sarebbero i volontari in ferma prefissata, purché non abbiano terminato il servizio da più di 5 anni. Nell’eventualità più estrema, la chiamata alle armi può coinvolgere tutti i cittadini maschi che abbiano tra i 18 e i 45 anni e che superino la visita medica di idoneità al servizio militare.

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