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David Beckham cede i profili social a una pediatra ucraina di Kharkiv: il progetto benefico dell’ex calciatore

Pubblicato: 21/03/2022 16:07

David Beckham ha ceduto per tutta la giornata i propri profili social a Iryna Kondritova, dottoressa ucraina a capo del Regional Perinatal Centre di Kharkiv, in Ucraina. Attraverso il suo racconto è possibile vedere come viene vissuta la guerra da chi si occupa di neonati e neomamme tra i bombardamenti e le strutture non equipaggiate di una città sotto attacco.

David Beckham e i profili social ceduti per un giorno a una pediatra ucraina

David Beckham ha annunciato in un post su Instagram di aver ceduto il suo profilo per un’intera giornata a una pediatra ucraina, Iryna Kondritova. Così lei ha raccontato la guerra in Ucraina dal punto di vista di quei medici che si stanno occupando dei neonati e delle loro mamme. Infatti, dallo scoppio del conflitto tra Ucraina e Russia, il lavoro di pediatri e infermieri è diventato sempre più difficile. Se far nascere un bambino è già di per sé un’operazione delicata, sotto i bombardamenti le cose si fanno più complicate. L’intento di Beckham, quindi, in quanto personaggio pubblico molto seguito sui social, è quello di rendere nota questa problematica situazione a più persone possibili, informandole e sensibilizzandole. E magari spingendole a fare una donazione all’UNICEF, di cui è ambasciatore.

Il racconto della guerra in Ucraina sui profili social di David Beckham

Le storie del profilo social di David Beckham per un giorno raccontano la guerra in Ucraina dagli occhi della pediatra Iryna Kondritova, occupata insieme ai suoi colleghi a Kharkiv per garantire ai neonati e alle loro mamme i sostegni necessari. La dottoressa, tramite le didascalie, i video e le foto, racconta di una grande emergenza. “Il primo giorno di guerra, tutte le donne incinte e le madri sono state evacuate e trasferite nel seminterrato. Sono state tre ore terribili che abbiamo passato insieme”, racconta la pediatra. “Sfortunatamente, non possiamo spostare i bambini in terapia intensiva nel seminterrato perché hanno bisogno di attrezzature salvavita”, prosegue.

Il lavoro di medici e infermieri, dunque, si svolge su due livelli, in ospedale sotto le bombe e in un seminterrato adibito a bunker, con macchinari insufficienti: “Lavoriamo tutto il giorno. Ed è dura perché dobbiamo gestire ogni cosa sotto i bombardamenti”, ha aggiunto la Kondritova. Le immagini mostrano e raccontano la storia non solo del personale sanitario, ma anche delle mamme e dei bambini ospiti della struttura, delle loro difficoltà e preoccupazioni. Infine, nelle ultime storie, la Kondritova mostra che cosa sono riusciti ad acquistare e a fare grazie alle donazioni UNICEF.