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L’industria cosmetica cambia e punta alla sostenibilità: cosa chiedono i consumatori e chi sta già cambiando

Pubblicato: 24/03/2022 20:37

Trucioli di legno sottoprodotti di lavorazione industriale certificati FSC, e gusci di semi di camelia: sono questi i materiali in cui è realizzato il coperchio di nuova generazione della crema N°1 de Chanel. In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua il trend emerso è l’impegno nella ricerca di formulazioni cosmetiche prive di acqua, nel rispetto del pianeta. Non si contano poi i flaconi in plastica riciclata e il settore sta spingendo verso materiali alternativi alla plastica. Insomma, l’industria cosmetica è a una svolta green. E sta lavorando nel solco del Green Deal Europeo, che per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 indica di perseguire: protezione della biodiversità, tutela delle risorse idriche e circolarità. Tutti aspetti che stanno influendo in modo crescente anche sul business del mondo beauty.

L’Italia è coinvolta pienamente in questa trasformazione in quanto il 65% del make-up di tutto il mondo e dei più grandi marchi internazionali nasce proprio nel nostro Paese, nel distretto lombardo tra Crema, Bergamo, Milano e la Brianza. Qui si concentra la maggior parte dei terzisti italiani, un’eccellenza che conta oltre 590 imprese. Secondo i dati di Cosmetica Italia al secondo semestre 2021, il fatturato complessivo del settore vale oltre 11,7 miliardi di euro, con una crescita del 10,4% rispetto al 2020.

Quanto inquina l’industria cosmetica

L’ultimo report “Make up the Future – Leve di cambiamento per un business della cosmetica sostenibile” (2021) fornisce i numeri dell’impatto del comparto sull’ambiente. Le emissioni globali di gas serra prodotte dalla cosmesi sono comprese tra lo 0,5% e l’1,5%, le fasi che impattano maggiormente sono: l’estrazione delle materie prime con il 10% delle emissioni del settore, il packaging con il 20%, fino al trasporto col 10%. E, infine, l’utilizzo del prodotto da parte del consumatore che impatta per ben il 40% (soprattutto a causa dello spreco di acqua dovuto a lavaggi e risciacqui). Ecco perché la sostenibilità deve entrare in ogni fase del ciclo di vita produttivo: dalla formulazione alla distribuzione fino allo smaltimento del prodotto. E la trasparenza nei confronti del consumatore è fondamentale.

Cosa chiedono i consumatori

La domanda di cosmetica sostenibile e green è un trend in costante crescita: il consumatore fa sempre più caso ai prodotti che acquista. Il 69% è influenzato dalla riduzione di carbonio mentre il 65% si informa e preoccupa della riduzione dell’impronta idrica. Il 78% dei consumatori ricerca un packaging plastic-free. Il 76% preferisce acquistare prodotti sostenibili o ottenuti da fonti rinnovabili. E il 76% sceglie packaging ricaricabili e riutilizzabili.

L’imballaggio è sicuramente centrale in questo mercato, e ha sempre avuto anche un importante ruolo dal punto di vista visivo e per l’appetibilità del prodotto. Ma ora i più importanti brand sono pronti a cambiare. Semplificando il pack, riducendo le componenti e cercando nuovi materiali. Anche a costo di “vestirsi di semi”, come ha appunto fatto Chanel. La casa francese ha anche stilato un Manifesto, dal titolo La beauté se cultive – la bellezza si coltiva – nel quale spiega la sua idea di una bellezza che raccoglie ciò che ha seminato con la creazione di laboratori a cielo aperto, veri e propri centri di ricerca dalla Francia al Madagascar fino al Costa Rica, che ospitano piante dalle quali estrae i principi attivi dei suoi preparati e ora anche le materie prime per le confezioni.

Ultimo Aggiornamento: 31/03/2022 09:40