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Tracce di microplastica nel sangue umano, l’allarme degli scienziati: “Possibili danni alle cellule”

Pubblicato: 01/04/2022 19:30

La microplastica contamina il nostro pianeta e ora anche il nostro corpo. La rivista Environment International rivela uno studio condotto da un gruppo di scienziati olandesi che mostra la presenza di tracce di plastica nel nostro sangue. Uno studio che si aggiunge a quelli che evidenziano la presenza di particelle nelle feci umane e nella membrana che avvolge il feto.

Microplastica nel sangue: la scoperta degli scienziati

Per quanto sia comoda ed economica, la plastica è un materiale particolarmente insidioso e inquinante. La sua massiccia presenza sulle Alpi e sul fondale degli oceani non mette a repentaglio solo la vita degli animali e dell’intero ecosistema ma si ritorce direttamente sulla nostra salute.

Tre diversi tipi di plastica nell’80% di chi si è sottoposto al test

Entrano nel nostro corpo dall’acqua, dall’aria e dal cibo contaminato e si riversano direttamente nel nostro sangue. È quanto scoperto dal team di scienziati olandesi coordinato dal professore Dick Vethaak della Vrije Universiteit Amsterdam, i quali hanno poi pubblicato i dati dello studio sulla rivista Environment International. Qualche tempo prima erano state rinvenute tracce di plastica nelle feci umane ed è soprattutto la salute dei bambini a preoccupare gli esperti.

Lo spiega l’ecotossicologo Dick Vethaak a The Guardian, “[…] I bambini e neonati sono più vulnerabili all’esposizione a sostanze chimiche e particelle”. Lo studio rivela la presenza di microplastiche nel sangue di 17 dei 22 donatori sani sottoposti all’analisi, circa l’80%. I campioni prelevati rilevano la presenza di 3 diversi tipi di plastica nel nostro sistema circolatorio. La maggior parte contiene PET, il materiale di cui sono fatte le bottiglie. In parti minori troviamo polistirene, di cui sono fatte le confezioni di alimenti, e polietilene, comunemente usato per le buste di plastica o come isolante dei cavi elettrici.

Microplastiche nel sangue, le possibili conseguenze per la salute

Secondo gli studiosi le particelle andrebbero inevitabilmente ad influenzare il funzionamento del nostro organismo e potrebbero provocare danni alle cellule e problemi di salute. Non si può quindi escludere anche lo sviluppo di forme cancerogene, spiega Vethaak a The Guardian. “(bisogna fare ndr) Ricerche più dettagliate su come le micro e nanoplastiche influenzano le strutture e i processi del corpo umano e se e come possono trasformare le cellule e indurre la cancerogenesi“.

Le particelle si stanno depositando in ogni parte del nostro corpo con rischi altissimi per la salute di adulti, bambini e feti. Infatti, sempre la rivista Environment International, aveva pubblicato nei mesi scorsi degli studi che rintracciavano frammenti di plastica nella placenta di donne gravide. Un altro studio condotto in Germania invece, aveva evidenziato come le particelle intacchino la membrana esterna dei globuli rossi riducendo la loro capacità di traportare ossigeno ai tessuti, rivela Eurekalert.

Nuovi studi per fermare il fenomeno delle microplastiche

Gli scienziati per ora si sono limitati a fare delle ipotesi su quelli che potrebbero essere gli effetti collaterali a lungo termine della microplastica nel nostro organismo. La produzione di plastica non tende comunque a diminuire, anzi, si calcola un aumento esponenziale nei prossimi anni. Lo afferma Jo Royle, fondatore dell’associazione Common Seas che ha in parte finanziato la ricerca: “La produzione di plastica raddoppierà entro il 2040”, commenta. Per questo motivo è necessario provvedere a nuovi stanziamenti per inquadrare al meglio l’impatto della plastica sulla nostra salute. L’Unione Europea si è già movimentata in questo senso finanziando la ricerca della microplastica nei feti e nel sistema immunitario, ora la Common Seas con l’appoggio di altre ONG chiedono un sostegno economico da parte del Regno Unito.