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Rincari generi alimentari, il caro energia e la guerra in Ucraina fanno volare i prezzi: la Coldiretti lancia l’allarme

Pubblicato: 03/04/2022 18:24

Marzo è stato un mese nero per il carrello della spesa degli italiani, con i rincari dei generi alimentari che hanno registrato cifre mostruose. Il caro energia, su cui ha influito la guerra in Ucraina, che causa anche problemi nell’importazione di alcune materie prime, ha fatto impennare i costi di alcuni alimenti come olio di semi, verdure e pasta. La Coldiretti presenta le cifre, avvertendo sull’impatto per la filiera agroalimentare, piegata dai costi che gravano sulla produzione.

Marzo, incubo per il carrello della spesa: i rincari sugli alimenti

L’ultimo mese è stato segnato da pesanti rincari sui generi alimentari, come illustrato da Coldiretti. Numeri che non risparmiano alcun alimento e che vanno a pesare soprattutto sulle famiglie più in difficoltà, con 5,6 milioni di persone in povertà assoluta in Italia, come segnalato dall’Istat. Il prodotto che ha visto gli aumenti più importanti è l’olio di semi, con un +23,3% del costo, specie quello di girasole. Colpa della guerra in Ucraina, che è uno dei principali esportatori. Prezzi aumentati anche per quanto riguarda le verdure fresche, +17,8%, seguite dal burro, che registra un +17,4%.

Non è stato risparmiato uno degli alimenti più presenti sulle tavole degli italiani, la pasta, con un +13%, poi frutti di mare e farina, che vedono un aumento di circa il 10%, e infine la carne, che scende sotto la doppia cifra ma non di molto. Il pollo vede un +8,4%, poi frutta fresca con il +8,1% e pesce fresco (+7,6%). Resiste il pane, che ha è aumentato “solo” del 5,8%.

A rischio la filiera agroalimentare, Coldiretti: “Uno tsunami”

Le previsioni per il futuro dei rincari non promettono nulla di buono. Coldiretti avverte che l’aumento dei costi sono stati “Uno tsunami che si è abbattuto a valanga sulle aziende agricole con rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari“. Le produzioni agricole sono messe in crisi con l’11% delle aziende agricole che ha cessato l’attività e il 30% che registra ricavi in negativo.

Ettore Prandini, presidente dell’associazione, dichiara che è necessario “intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro“.