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Renato Zero torna con un “Atto di fede”: “Ci siamo ammalati di indifferenza”. I concerti al Circo Massimo a Roma

Pubblicato: 06/04/2022 21:28

Ad un anno e mezzo di distanza dalla pubblicazione della trilogia Zerosettanta, Renato Zero torna con un progetto colossale: Atto di fede, in uscita venerdì 8 aprile. Un vero e proprio ambizioso progetto bifronte, libro e doppio cd. Oltre al libro, primo progetto editoriale di Renato Zero, il disco è composto da 19 brani inediti di musica sacra, scritti e composti dallo stesso Zero e arrangiati e orchestrati dal Maestro Adriano Pennino.

In Atto di Fede Renato Zero parla degli uomini agli uomini

Al suo primo progetto editoriale, Renato Zero – artista che più di ogni altro ha dato un significato alla parola senza mai scendere a compromessi e senza privilegiare, in tutta la sua carriera, la strada più facile e battuta- lancia una nuova provocazione con Atto di fede. In un mondo in cui tutto è volgare e trasgressivo, effimero e leggero, in un presente di silenzi assordanti, malato di indifferenza e chiusura, Zero sceglie di parlare degli uomini agli uomini, passando una volta in più per la via meno comoda.

Lo fa scandagliando aspetti dell’esistenza che oggi tendiamo quasi a dare per scontati – il valore del nostro passaggio terrestre, la profonda dignità che ha il nostro tempo su questa Terra. Di fatto, le uniche vere cose su cui vale la pena riflettere, per cambiare sguardo e ridisegnare un futuro immacolato. 

Renato Zero presenta Atto di fede

Oggi pomeriggio, in occasione della conferenza stampa di presentazione, l’artista romano al Campidoglio si è detto felice di essere tornato a parlare di musica, dopo il periodo difficile del lockdown che dal palco lo ha portato a vivere la strada, in particolar modo il marciapiede. Tra la gente, la sua gente.

Ci siamo ammalati di silenzio. Anch’esso probabilmente contagioso. Anche lo sguardo ne risente. Quei gesti necessari e molto più efficaci delle parole“, commenta l’artista, “Un silenzio che sbarra le porte. Che inibisce il respiro. Che toglie le forze e facilita la rassegnazione. E queste distanze si fanno sentire, eccome! I rumori della vita non sono più gli stessi. Il vociare dei bimbi. Il megafono graffiante dell’arrotino. Il fischiettare del garzone in bicicletta. E tanto altro benessere, così magicamente espresso, lascia il posto all’inquietudine. Alla routine snervante e tossica.

Renato Zero aggiunge: Eravamo ottimi cristiani, anche prima di passare dal confessionale. Buoni dentro. Pazienti al punto che, una volta raggiunto un risultato, per gustarsi tutto il suo effetto, potevano trascorrere, giorni, settimane. A volte persino tutta la vita. Il prete riusciva a conquistarsi tutta la famiglia. Assiduo e premuroso com’era. Senza ricorrere ai santini. Alle benedizioni o alle promesse di un percorso immacolato. Sicuro e indolore. Ci siamo ammalati di indifferenza“.

La ricerca di Dio, la riflessione sul tempo: l’atto di fede di Renato Zero

Il cantante poi si lascia andare ad una riflessione precisa: Dove ci siamo persi? Per quale remota inspiegabile ragione? Una volta scartato il regalo se ne conserva persino l’incarto. Eppure la vita oltre tutto e tutti è uno spettacolo magnifico! Avevamo ciascuno un biglietto in prima fila, ma per la troppa indecisione siamo rimasti incollati al divano…e ci siamo addormentati. Ma il tempo è sempre rimasto sveglio e ha speso lui, per noi, tutte le emozioni che avremmo avute disponibili. E così, oggi, ad ammalarsi è il nostro futuro“.

Ecco che arriva il riferimento al titolo, Atto di fede: “Dio però è sempre più Dio. Sempre più ostinato a credere in noi. A perdonarci. Siamo le sue creature anche quando stupriamo, ammazziamo. Rubiamo. Spacciamo. Mentiamo. Perché è così indulgente e caritatevole? È semplice: perché vorrebbe guarirci! Dalla superbia. Dal rancore. Dall’insoddisfazione. Dalla mancanza di rispetto persino verso noi stessi. Guariremo? Considerando che la maggior parte dei mali, siamo noi stessi a scatenarli. Basterebbe forse cambiare sguardo. Aprire il pugno. Riprendere il dialogo con albe e tramonti. E ridisegnarci un futuro immacolato. Dio mio… quanto sei paziente!!!“. Renato Zero conclude la sua conversazione con un dubbio: “Effettivamente ce lo meritiamo questo Dio?!?!“.

Zerosettanta, il ritorno live al Circo Massimo di Roma con 4 live imperdibili

Oggi, a sorpresa, Renato Zero ha annunciato quattro appuntamenti imperdibili nella sua città, Roma. Questa sarà l’occasione per festeggiare i 55 anni di carriera dell’artista. Quattro appuntamenti che saranno un viaggio lungo la storia artistica di Renato, durante il quale i fan potranno ascoltare i brani dell’intero repertorio del grande artista romano, dagli anni 70 ad oggi. “Il mio passato è sotto gli occhi di tutti ma il mio futuro si è accorciato“, racconterà il cantautore.

Prima volta quella di Zero al Circo Massimo che, con Zerosettanta, realizzerà quattro concerti-evento il 23, 24, 25 e 30 settembre dopo il grande successo di Zero il Folle in Tour. L’annuncio ha portato l’artista romano a parlare anche di politica, quel mondo a lui distante anni luce. Renato è stufo di non vedere un cambiamento e dice che, in fondo, non sarebbe male trasferire il governo in un’altra città italiana. “Ma a noi che ce frega di essere la Capitale di Italia? Noi siamo già la Capitale del mondo“. E forse Renato ha ragione. Sicuramente quella Capitale, Roma, attende i sorcini da tutto il mondo per quattro appuntamenti che si preannunciano imperdibili. I migliori anni della vita di Renato, a quanto pare, non terminano mai.

Atto di fede di Renato Zero: i nomi che hanno collaborato

Nell’opera di Renato Zero sono presenti altrettanti testi, pensieri e riflessioni degli “Apostoli della Comunicazione”: Alessandro Baricco, Luca Bottura, Pietrangelo Buttafuco, Sergio Castellitto, Aldo Cazzullo, Lella Costa, Domenico De Masi, Oscar Farinetti, Antonio Gnoli, Don Antonio Mazzi, Clemente J. Mimun, Giovanni Soldini, Marco Travaglio, Mario Tronti, Walter Veltroni.

Le voci narranti sono di Oscar Farinetti, Pino Insegno, Giuliana Lojodice, Marco Travaglio, Luca Ward e dello stesso Renato Zero. Un lavoro collettivo, di più anime e voci autorevoli, unite insieme sotto l’egida di un artista incredibilmente prolifico, superbamente immaginifico che scava forse come nessun altro nell’ontologia. Ad arricchire il progetto musicale troviamo la Budapest Art Orchestra diretta da Andras Deak, la rinnovata collaborazione con il Coro Internazionale istituito dall’Orchestra Filarmonica della Franciacorta e le imponenti interpretazioni di Giacomo Voli e di Lorenzo Licitra.

ph: Roberto Rocco