Vai al contenuto

Le donne hanno diritto ad abortire: una legge contro chi le ostacola con pene fino a 12 mesi di carcere

Pubblicato: 07/04/2022 16:07

Nuovo, storico passo in avanti verso la libertà delle donne di ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza. Succede in Spagna, dove il Senato ha approvato in via definitiva un’importante modifica del codice penale. Di cosa si tratta e quali effetti avrà.

Aborto, rischia il carcere chi molesterà le donne che ricorrono all’interruzione volontaria di gravidanza

Il Senato spagnolo ha approvato in via definitiva, nella giornata di mercoledì 6 aprile, una modifica del codice penale che introduce una punizione dai 3 ai 12 mesi di reclusione per chi molesterà o cercherà di intimidire le donne che si recano in una clinica per abortire. In particolare si fa esplicito riferimento ad atti “molesti, offensivi, intimidatori o coercitivi” che siano compiuti con l’intenzione di “ostacolare l’esercizio del diritto all’interruzione volontaria di gravidanza”. In alternativa alla reclusione, chi si rende colpevole di questi atti sarà sanzionato con il ricorso ai lavori di pubblica utilità.

I prossimi passi per la Legge che punisce chi ostacola l’accesso all’aborto

La modifica al codice penale spagnolo riguarderà anche quelle persone che cercheranno di intimidire gli operatori sanitari impiegati nelle cliniche che offrono l’interruzione volontaria di gravidanza. Per loro sono previste le stesse pene per chi intralcia il libero accesso della donna all’aborto. In Spagna, infatti, gli oppositori dall’interruzione volontaria di gravidanza sono ancora numerosi e sono frequenti episodi in cui alcuni membri dei movimenti antiabortisti si riuniscono al di fuori delle cliniche, spesso per pregare e per convincere le donne a cambia idea. In diversi casi mostrano fotografie e feti di plastica.

Dopo il primo voto favorevole della Camera, questa nuova Legge ha ottenuto il via libera del Senato e diventerà effettiva subito dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale spagnola prevista nei prossimi giorni.

I dati sulle donne che interrompono volontariamente la gravidanza in Spagna

In Spagna, il ricorso all’aborto è stato depenalizzato nel 1985 solo per 3 casi specifici: stupro, grave rischio per la salute della donna e per malformazioni al feto. Nel 2010, l’aborto è stato reso legale fino alla 14esima settimana di gravidanza. Anche in questo Stato è molto forte la presenza di medici obiettori, come ha evidenziato la Organización Médica Colegial (OMC), a cui si unisce l’attivismo spesso invasivo dei movimenti antiabortisti. Secondo uno studio del 2018 a cura dell’Associazione delle cliniche accreditate per l’interruzione di gravidanza (ACAI), in Spagna l’89% delle donne che hanno interrotto volontariamente la gravidanza si sono sentite perseguitate dai movimenti antiabortisti all’esterno delle cliniche, e il 66% ha dichiarato di essersi sentita minacciata. Come prossimo passo, il governo intende approvare una legge per estendere l’accesso all’aborto senza il consenso dei genitori alle ragazze tra i 16 e i 17 anni.