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Peggiora il quadro economico ma il Deficit resta stabile e il debito cala. I numeri nel DEF

Pubblicato: 07/04/2022 10:07

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha firmato nella serata di ieri il DEF-Documento Economia e Finanza discusso in Consiglio dei Ministri, presentato in conferenza stampa. Come presentato nel comunicato, il documento tiene conto del “peggioramento del quadro economico” nazionale determinato principalmente “dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’aumento dei prezzi dell’energia, degli alimentari e delle materie prime, l’andamento dei tassi d’interesse e la minor crescita dei mercati di esportazione dell’Italia” e ancora “Tali fattori sono oggi tutti meno favorevoli di quanto fossero in occasione della pubblicazione della Nota di aggiornamento al DEF (NADEF) nello scorso settembre”.

Pil stravolto dalla guerra in Ucraina ma il deficit tiene

Se nel DEF la stima di crescita risulta tagliata, il deficit tiene e il debito cala, è questo quanto emerge dal DEF. Per quanto riguarda il PIL, la crescita programmatica prevista per il 2022 si ferma al 3,1% contro il 4,8% stimato lo scorso settembre.

Positive, anche se in calo, le previsioni per il prossimo anno che segnano il 2,4% rispetto al 2,6% stimato sempre a settembre (nel 2024 sarà al +1,8% e nel 2025 l +1,5%). Il quadro tendenziale del PIL però risulta in calo al 2,9% per quest’anno contro il 4,3% previsto a settembre.

Il Deficit resta sotto controllo, rimanendo al 5,6% per quest’anno, mentre un calo è previsto per il 2023 quando arriverà al 3,9% e al 3,3% nel 2024. Un trend che secondo le stime sarà confermato anche nel 2025 quando arriverà al 2,8%. In base al quadro tendenziale il disavanzo sarà al 5,1% nel 2022; al 3,7 nel 2023; al 3,2% e al 2,7 nei due anni successivi.

Disoccupazione e debito pubblico: le stime

Secondo le stime nel quadro programmatico presentato nel DEF, il debito è in calo scendendo al 147% quest’anno (contro il 149,4% indicato a settembre). Per quanto riguarda gli anni a venire troviamo il debito pubblico al 145,2% nel 2023, nel 2024 al 143,4% e il 141,4 nel 2025.

Il tasso di disoccupazione nel quadro programmatico segnerebbe 8,6% nel 2022 (contro la precedente stima del 9,2%) per poi scendere all’8,1% nel 2023 (8,5% la previsione di settembre) e proseguire il calo all’8% (confermando stima settembre) e al 7,9% nel 2025.