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Milo Infante indagato per il caso Denise Pipitone: cosa sta succedendo e perché la Procura indaga su di lui

Pubblicato: 19/04/2022 13:30

Il giornalista Milo infante sarebbe stato indagato dalla Procura di Marsala nell’ambito delle ricerche della scomparsa di Denise Pipitone, la bimba sparita nel nulla a Mazara del Vallo nel 2004.

Ad informare della sua iscrizione nel registro delle indagini è stato lo stesso Infante, che nelle ultime settimane ha pubblicato vari post e video inerenti al caso ed alla sua iscrizione a registro su Instagram.

Denise Pipitone, le indagini archiviate dopo tanti anni dalla scomparsa

Per quanto riguarda il caso della scomparsa di Denise Pipitone, le indagini sono al momento bloccate: il Gip di Marsala, su richiesta della procura, ne ha disposto l’archiviazione, mentre pare che siano partite altre indagini riguardanti giornalisti e Pm che si sono occupati del caso. Lo ha detto proprio Milo infante su Instagram: “Molti mi chiedono a che punto sono le indagini sul sequestro di Denise Pipitone. Temo ferme all’archiviazione disposta dal gip di Marsala su richiesta della Procura. Per contro invece posso dirvi che i giudici indagano chi Denise l’ha cercata con tutte le forze. Giornalisti, ex pm, e non solo…”.

Il giornalista ha anche spiegato che quanto accaduto non porterà a un rallentamento delle ricerche e del lavoro di chi Denise Pipitone la sta cercando da ormai tanti anni: “Se qualcuno pensa che sia sufficiente per fermarci sbaglia. Continueremo a cercare Denise. Entro la fine della settimana avremo comunque risposte anche sulla Commissione di inchiesta. Denise va cercata, non archiviata. Piera Maggio Pietro Pulizzi Giacomo Frazzitta Mary Falco”.

Caso Pipitone, bloccata anche la Commissione d’inchiesta: le parole di Milo infante

Poche settimane fa era arrivata anche la triste notizia dello stop alla costituzione della commissione d’inchiesta sul caso Pipitone, che rappresentava per la famiglia della bambina una speranza di poter avere delle notizie. In occasione di questa notizia Milo Infante aveva scritto su Facebook: “Essere Piera Maggio vuol dire anche scoprire che, soprattutto nel suo caso, la ragion di Stato prevale su tutto, anche e soprattutto sulla giustizia. E che una commissione di inchiesta che doveva cercare errori commessi e prove trascurate non vedrà la luce perché  accordi tra partiti non lo consentono.  L’amarezza è grande, la rabbia di più. Non dimenticheremo mai questa scelta, questo è certo. E non dimenticheremo neanche chi si è voltato dall’altra parte, lavandosene le mani“.