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Giornata della Terra 2022, come sta il nostro pianeta tra gas serra e siccità: l’appello a investire nel futuro green

Pubblicato: 20/04/2022 14:54

Il 22 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Terra, un evento “green” capace di mobilitare ogni anno quasi un miliardo di persone in tutto il mondo. Perché è stata istituita questa giornata e che cosa stiamo facendo come esseri umani per salvaguardare la salute del nostro pianeta, minacciato dal surriscaldamento globale.

Giornata Mondiale della Terra, la sua nascita nel pieno dello sviluppo industriale

La prima Giornata Mondiale della Terra è stata festeggiata il 22 aprile 1970 e si presentava soprattutto come manifestazione ecologista. L’idea è stata di John McConnell, attivista per la pace ma impegnato anche nell’ecologia, che ha proposto l’istituzione di una giornata dedicata nel corso della Conferenza UNESCO tenutasi nel 1969 a San Francisco. La proposta aveva preso piede negli Stati Uniti ed era basata sull’importanza di salvaguardare gli equilibri del nostro pianeta, da cui dipendiamo come esseri umani, condividendo le risorse e occupandoci delle nostre terre. Nello stesso anno, il 1969, una fuoriuscita di greggio in California aveva provocato un vero disastro ecologico uccidendo numerosi animali marini. Si stava dunque maturando la consapevolezza dei potenziali rischi e dei danni legati allo sviluppo industriale e ai combustibili fossili. A oggi, le celebrazioni coinvolgono 183 Paesi. Ecco quale sarà il tema di quest’anno e qual è lo stato di salute della nostra Terra.

Temi e obiettivi della Giornata Mondiale della Terra 2022: come sta il nostro pianeta

L’invito lanciato per questa Giornata Mondiale della Terra 2022 è “investire nel nostro pianeta”. Quest’anno infatti si rinnova la necessità di investire in un futuro più green, intraprendendo azioni determinanti, apportando innovazioni su larga scala e implementando il cambiamento. In particolare, il motto di questa Giornata è la cooperazione che ci vede tutti responsabili per le azioni che intraprendiamo per il nostro pianeta, a partire da noi come singoli individui e fino alle aziende e ai governi. Le previsioni per il futuro non sono ottimistiche e parlano dei cambiamenti climatici come fonte di ulteriore povertà e di un peggioramento delle condizioni economiche globali. I primi effetti si stanno manifestando già adesso: il mese di marzo ha visto l’abbattersi di terribili tempeste sull’Australia, che hanno provocato inondazioni, gravi danni e decine di vittime. Di contro, marzo ha visto il fiume Po raggiungere un livello di secca paragonabile a quanto si registra di solito a Ferragosto, dopo oltre 100 giorni senza piogge. Si tratta di fenomeni opposti ed estremi, che diventeranno sempre più frequenti se non si agisce con decisione contro i cambiamenti climatici.

Giornata Mondiale della Terra e la responsabilità degli esseri umani nei cambiamenti climatici

La comunità scientifica non ha dubbi: lo stravolgimento della Terra è opera dell’essere umano e delle sue attività. Il nostro tenore di vita e lo sviluppo industriale hanno infatti contribuito a immettere nell’atmosfera enormi quantità di gas serra: +147% di anidride carbonica, +259% di metano e +123% di protossido di azoto rispetto all’epoca preindustriale. Una tale concentrazione di anidride carbonica non si registrava da almeno 650.000 anni. Queste sono le cause, ma nel concreto cosa comportano questi dati spaventosi? I cambiamenti climatici stanno surriscaldando il nostro pianeta, con conseguenze che presto diventeranno irreversibili: inondazioni e siccità, dissesti idrogeologici e crisi idriche, minacce all’agricoltura e alla sopravvivenza di numerose specie. Non da ultimo, l’aumento delle temperature sta sciogliendo i ghiacci e il permafrost: nell’artico, il ghiaccio si sta riducendo con un tasso del 12,85%, minacciando l’ecosistema e la sopravvivenza di numerose specie animali. Lo scioglimento dei ghiacci provoca anche l’innalzamento del livello del mare, mettendo a rischio l’esistenza delle nostre coste e delle città che le popolano.

Come sta l’Italia tra inverni sempre più caldi e siccità sempre più durature

La siccità che sta investendo il Po ogni anno, compreso il 2022, è solo uno degli effetti visibili del cattivo stato di salute della Terra. L’Italia, infatti, rientra tra gli Stati che si stanno surriscaldando più velocemente rispetto alla media globale. Oltre all’aumento della siccità e degli incendi, fenomeni che già stiamo imparando a conoscere, la strada dei cambiamenti climatici ci porterà a perdere la nostra biodiversità, a un aumento delle frane, dell’erosione delle coste e della desertificazione. Avremo meno acqua e di qualità inferiore, con un effetto diretto anche sull’agricoltura e quindi sulla nostra economia. Peggioreranno le nostre condizioni di salute, a causa dell’aria sempre più inquinata, e sarà sempre più difficile ottenere energia idroelettrica. L’obiettivo di bloccare l’aumento della temperatura globale a +1,5° fissato per il 2030 sembra quanto mai ambizioso e lontano. Oltre questa soglia, infatti, non è più possibile ripristinare le condizioni precedenti del nostro pianeta. Per poter ridurre al minimo l’impatto dei cambiamenti climatici, entro il 2050 dovremo aver completato la transizione a un’economia e a una società che non siano basate sul carbonio e dunque sui combustibili fossili. Dovremo inoltre aver imparato a dare il giusto valore alla preziosità delle risorse idriche, riducendo gli sprechi e incentivando il riutilizzo.

C’è ancora tempo per salvare la Terra, ma non abbastanza per procrastinare

La Giornata Mondiale della Terra è il momento di ricordare che noi siamo parte del nostro pianeta, non siamo un’entità indipendente che può sopravvivere in modo separato. La Terra saprà adattarsi ai danni che stiamo provocando, passando attraverso le ere glaciali e i periodi più caldi, noi probabilmente non ne avremo le capacità. Gli effetti del nostro stile di vita e dei nostri consumi sfrenati sono già qui, li vediamo davanti ai nostri occhi e tra le pagine dei giornali. L’invito a cambiare il modo in cui viviamo e consumiamo diventa ogni anno sempre più urgente. Abbiamo ancora tempo, ma questo tempo dovrà essere speso per costruire delle alternative, non per rimandare ancora.