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Nuovo ok dal Cdm al decreto sul Pnrr, è arrivato anche il pacchetto scuola: cosa prevede

Pubblicato: 22/04/2022 09:19

È arrivato il nuovo via libera da parte del Consiglio dei ministri al decreto per accelerare la realizzazione del Pnrr. Nel testo questa volta c’è anche il pacchetto scuola con la riforma del reclutamento e della formazione degli insegnanti. Il premier Draghi, risultato positivo al Covid-19, si è collegato in riunione da remoto. Durante il Cdm non è stato esaminato il decreto per l’election day a causa dell’assenza del ministro Lamorgese.

Pacchetto scuola: cosa prevede

Il Consiglio dei ministri ha approvato le nuove misure per la scuola: “Oggi facciamo un ulteriore passo avanti per dare stabilità al sistema d’Istruzione“, ha detto il ministro Patrizio Bianchi. “Prevediamo un percorso chiaro e definito per l’accesso all’insegnamento e per la formazione continua dei docenti lungo tutto l’arco della loro vita lavorativa. Puntiamo sulla formazione come elemento d’innovazione e di maggiore qualificazione di tutto il sistema“. 

La riforma prevede un nuovo percorso universitario di formazione iniziale da almeno 60 crediti formativi, aggiuntivi rispetto alla laurea, e poi ancora una prova finale. Il nuovo percorso servir per accertare “le competenze culturali, disciplinari, pedagogiche, didattiche e metodologiche“. Il nuovo percorso è aperto ai neolaureati o gli studenti “anche durante i percorsi di laurea triennale e magistrale o della laurea magistrale a ciclo unico“. È anche previsto un periodo di tirocinio nelle scuole. E vi saranno dei docenti “tutor”, per affiancare il percorso formativo. Alla fine ci sarà un “concorso pubblico nazionale, indetto su base regionale o interregionale” e un periodo di prova di un anno. A questo proposito, sono previste entro il 2024 ben 70mila immissioni in ruolo. I concorsi saranno a cadenza annuale.

Le proteste contro il nuovo sistema

Dopo l’approvazione del nuovo pacchetto, è intervenuta Manuela Pascarella, responsabile precari e reclutamento della Flc Cgil: “Siamo sempre stati favorevoli al rafforzamento della formazione in ingresso, quindi l’idea di una formazione specifica ci vede favorevole“, riporta Tgcom. “Ma così dopo aver speso denaro e tempi, gli abilitati faranno un altro concorso a quiz per entrare in ruolo. Sembra si voglia costituire un albo professionale. E non si affronta il tema del precariato“.