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Storie Italiane, Liliana Resinovich: confronto tra il marito e il presunto amante Claudio Sterpin, cosa si sono detti

Pubblicato: 03/05/2022 10:00

Non si è ancora giunti a risposte certe nel caso della morte di Liliana Resinovich, la donna scomparsa a Trieste lo scorso 14 dicembre e ritrovata il 5 gennaio 2022, morta e in stato di decomposizione.

Fin dall’inizio due importanti testimoni della vita di Liliana sono stati il marito, Sebastiano Visintin, e l’uomo che ha dichiarato di essere il suo amante fin dai giorni della scomparsa, Claudio Sterpin. Entrambi non appoggiano la tesi del suicidio, ma sostenendo tesi diverse: se infatti il marito di Liliana è convinto che la donna non avesse motivi di malessere, il suo presunto amante l’ha descritta come una donna costretta in un matrimonio molto infelice e stressante. A Storie Italiane i due hanno avuto un confronto vivo, che ha visto le loro due versioni scontrarsi una con l’altra.

Claudio Sterpin pentito delle sue parole: “Posso chiedere scusa”

Claudio Sterpin, dal canto suo, non accusa Sebastiano Visintin e sembra essere pentito di molte delle cose dette finora: “Mi pento abbastanza, non completamente, di tutto quello che ho detto su questa storia. Posso chiedere scusa a Sebastiano Visintin, ai miei familiari, a tutti coloro che mi conoscono”. Al contempo, secondo Sterpin, che ha raccontato in passato che Liliana volesse andare via dal marito e stesse progettando una separazione, anche Visintin avrebbe fornito una versione inesatta di quanto detto: “Lui ha però ingigantito le cose che ho raccontato. Sono pronto a parlargli davanti a un caffè, da uomo a uomo, perché questa non è una cosa da gossip”.

Al centro della conversazione c’è anche l’ultima telefonata di Liliana Resinovich a Claudio Sterpin, nella quale la donna apparirebbe in uno stato di agitazione. Sterpin si è dichiarato pentito di come ha risposto a quest’ultima chiamata, di fatto lasciando intendere che avrebbe dovuto fare di più: “Se si può fare, io conferisco il mandato alla polizia di ascoltare la mia ultima telefonata con Lilly. Io avrò detto quattro parole, annuendo semplicemente a ciò che lei mi diceva. Sono quattro mesi, adesso, che la notte mi sveglio, non mi riaddormento, e ripercorro tutta quella telefonata da capo. Io non ho detto quasi niente e le ultimissime parole sue sono state ‘ne parliamo dopo’. Non so di cosa mi volesse parlare”.

La telefonata, l’opinione di Visintin: “È un peccato che Liliana non me l’abbia detto”

Sterpin si è dichiarato estremamente pentito di non aver fatto di più in quel frangente, magari cercando di aiutare di più la donna: “Questo è stato uno sbaglio mio, chiedo scusa al mondo. Io temo che lei sia stata raccolta in auto da qualcuno. Lei ha fatto una brutta fine, non si è suicidata. Ribadisco con forza che non è un suicidio. Voglio solo ribadire che Lilly mi diceva che i rapporti con Sebastiano stavano deteriorandosi”.

Dal canto suo, Visintin non dà un’enorme importanza alle parole di Liliana in quella telefonata, se non nell’ipotesi che potessero essere la manifestazione di un disagio di cui l’uomo dice che avrebbe voluto essere al corrente: “L’avvocato di Sterpin dice che si tratta di una telefonata di meno di due minuti. Forse in quel frangente Liliana si è resa conto di quello che stava succedendo e magari si è ribellata, con un dolore estremo. È un peccato che Liliana non me l’abbia detto e non mi abbia mai parlato di questo”.