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Test del respiro per il Covid: arriva la macchina per lo screening dei contagi in pochi minuti

Pubblicato: 04/05/2022 10:54

Stop a tamponi molecolari e rapidi: ora un semplice respiro potrebbe permettere di rilevare la positività di una persona in pochissimi minuti, permettendo anche di non creare accumulo di rifiuti biologici. La notizia arriva dagli Stati Uniti, dove l’FDA ha dato autorizzazione all’utilizzo di una nuova macchina messa a punto dall’azienda InspectIR che potrebbe rappresentare un valido aiuto nello screening della popolazione.

InspectIR e la macchina per il test del respiro: come funziona

InspectIR ha messo a punto una macchina che è in grado di identificare in pochissimi minuti (3 al massimo) la presenza, nel respiro di una persona, delle 5 principali molecole presenti nell’organismo nel caso di contagio da Covid 19. Al testo possono a quanto pare essere sottoposti individui dai 18 anni in su, sia nel caso in cui presentino sintomi da Covid che nel caso in cui siano completamente asintomatici. Nella lettera di autorizzazione della FDA si legge che la chiave della macchina sarebbe la “rilevazione di cinque Composti Organici Volatili (VOC) delle famiglie chetoniche e aldeidiche associate a SARS-CoV-2 infezione nel respiro esalato”. Il funzionamento è semplice: occorre solo espirare in una cannuccia, dopodiché la macchina analizzerà il respiro.

Autorizzazione concessa da FDA: solo valore di screening, servirà comunque tampone

L’autorizzazione concessa da FDA è un Emergency use authorisation, ovvero un’autorizzazione all’utilizzo in emergenza, e semplicemente a valore di screening: nel caso venga rilevata la positività, il contagio andrebbe comunque confermato con un tampone.

Per ora i risultati degli studi conclusi sono soddisfacenti: il test è stato effettuato su 2409 persone ed ha identificato la positività nel 91% dei casi, e pare abbia mostrato ottima reattività anche con la variante Omicron. Il problema maggiore sarebbe però la disponibilità dei macchinari: l’azienda potrebbe produrne 100 a settimana, un numero alto ma non abbastanza considerando la diffusione dei contagi attuale e la necessità di un lavoro a tappeto.