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Uccide moglie e figlia a martellate: operato d’urgenza il figlio di Alessandro Maja, ferito nella strage a Samarate

Pubblicato: 06/05/2022 11:47

Sopravvissuto al massacro che il padre, Alessandro Maja, avrebbe commesso uccidendo moglie e figlia a Samarate, Nicolò Maja è rimasto gravemente ferito nella strage. Stando a quanto si apprende, sarebbe stato operato d’urgenza e verserebbe ancora in pericolo di vita. Dalle indagini, intanto, emergono particolari inquietanti sull’orrore consumatosi poche ore fa nell’abitazione della famiglia in provincia di Varese.

Uccide moglie e figlia a martellate: operato d’urgenza il figlio di Alessandro Maja

Secondo quanto riportato dall’Ansa, il figlio dell’uomo accusato della strage familiare a Samarate (Varese) sarebbe ricoverato in pericolo di vita e avrebbe subito un intervento chirurgico d’urgenza. Nicolò Maja, 23 anni, è l’unico sopravvissuto al massacro in cui suo padre, Alessandro Maja, 57 anni, avrebbe ucciso la moglie 56enne, Stefania Pivetta, e la figlia minore, Giulia, 16enne, entrambe colpite a martellate nel sonno.

Il giovane sarebbe stato colpito ripetutamente alla testa con la stessa arma, un martello, e avrebbe riportato un gravissimo trauma cranico per cui si sarebbe resa necessaria un’operazione. Al momento, non è chiaro se le vittime siano state ferite anche con un trapano. Secondo le ultime notizie trapelate sulle condizioni del 23enne, non sarebbero esclusi eventuali danni permanenti in caso di sopravvivenza.

Alessandro Maja in carcere per aver sterminato la famiglia, la rivelazione della figlia prima di essere uccisa

Mentre le indagini proseguono, sulla strage familiare a Samarate sono emersi dettagli agghiaccianti. Consumato il massacro di moglie e figli, il 57enne, fuori casa e sporco di sangue, avrebbe pronunciato una frase sconvolgente: “Ci sono riuscito, li ho uccisi tutti, bast***i. Parole che sarebbero state udite da alcuni vicini di casa mentre venivano allertate le forze dell’ordine. Alessandro Maja avrebbe poi tentato di darsi fuoco.

Ma c’è dell’altro nella tragedia, qualcosa che sarebbe emerso dal racconto del padre di Stefania Pivetta a La vita in diretta. Secondo l’uomo, la nipote Giulia, poche ore prima di morire, gli avrebbe fatto una confidenza relativa a un fatto della notte precedente: “È successo qualcosa di strano, papà è venuto sul mio letto e mi ha chiesto scusa“.

Le presunte armi del massacro di Samarate preparate sul tavolo prima della strage

Gli inquirenti lavorano senza sosta per chiarire tutti i contorni di un caso delicatissimo. Alessandro Maja avrebbe colpito la moglie mentre si trovava sul divano, i figli mentre dormivano nel loro letto. Tra le armi utilizzate per la strage potrebbero esserci anche un trapano e un cacciavite.

Stando alla ricostruzione trapelata nelle ultime ore, poco prima di colpire le vittime, Maja, intorno alle 4 del mattino del 4 maggio scorso, avrebbe preparato accuratamente ciò che avrebbe pianificato di usare per sterminare la famiglia. Un disegno di morte premeditato, secondo l’accusa, che lo avrebbe visto sistemare sul tavolo trapano, cacciavite, martello e un coltello prima di uccidere tutti.