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Samarate, dopo aver massacrato moglie e figli Alessandro Maja ha urlato: “Ci sono riuscito, li ho uccisi tutti”

Pubblicato: 05/05/2022 15:25

Lo scorso 4 maggio Alessandro Maja ha ucciso sua moglie Stefania Pivetta, sua figlia Giulia di 16 anni ed ha ferito gravemente il figlio Nicolò. Poi, ha tentato di rivolgere su di sé alcuni degli oggetti che aveva usato per massacrare la sua famiglia, senza però riuscire nell’intento. 

Ora che gli inquirenti stanno procedendo nelle indagini, il caso sta assumendo contorni sempre più inquietanti e sconcertanti, sia legati al comportamento di Maja che all’apparente assenza di un possibile movente.

Alessandro Maja, la pianificazione: gli strumenti usati per uccidere allineati sul tavolo

Alessandro Maja avrebbe allineato sul tavolo della cucina gli strumenti con cui uccidere la sua famiglia: un trapano, un martello, un cacciavite e un coltello. Dopodiché avrebbe dato inizio alla violenza: per prima avrebbe ucciso la moglie che dormiva sul divano; poi sarebbe andato in camera della figlia Giulia, 16 anni, e l’avrebbe uccisa nel sonno. Infine, sarebbe andato in camera del figlio Nicolò, 23 anni, per accanirsi su di lui a martellate come aveva fatto con moglie e figlia. Dopo la carneficina ha poi rivolto il trapano su di sé, procurandosi dei buchi ma senza riuscire a procurarsi ferite mortali. 

La frase urlata dopo il massacro: “Finalmente ci sono riuscito”

A dare l’allarme sono stati i vicini: ad un certo punto pare infatti che Maja sia uscito di casa, coperto di sangue, ed abbia dichiarato: Finalmente ci sono riuscito, li ho uccisi tutti, bastardi”. Quando i carabinieri lo hanno portato via, non ha fatto resistenza.

Ci si interroga ora sul movente della strage di Samarate: alcuni testimoni (amici e conoscenti della coppia) parlano dei due coniugi come “coppia tranquilla”, ma al contempo qualcuno racconta che la donna stava valutando l’ipotesi della separazione, e che si era rivolta a un avvocato.

Se l’ipotesi del divorzio possa essere stata valutata come sufficiente da parte di Maja per valutare una strage di famiglia, è però fatto tutto da chiarire. Difficile comprenderlo al momento perché il presunto omicida, che si trova all’ospedale di Busto Arsizio in stato di fermo, non rilascia alcuna dichiarazione: anzi, non parla affatto. Maja al momento è accusato di duplice omicidio aggravato

Di Alessandro Maja tutti raccontano che era un uomo profondamente dedito al lavoro -era geometra ed aveva una produttiva attività a Samarate– ed amava la moglie e i figli. Al contempo, però, alcune testimonianze e racconti riportati da Il Corriere della Sera spiegano che Maja riteneva che, con la sua attività, avesse dato tutto a moglie e figli, ed ora si sentiva come se i suoi familiari gli stessero voltando le spalle con ingratitudine, anzi, chiedendogli di andarsene. Ipotesi che comunque vanno confermate, sviluppate, e che possono trovare spiegazione solo nelle parole di Maja, che per ora non vengono pronunciate.

Al momento gli investigatori stanno anche cercando di capire se prima della strage l’uomo avesse assunto sostanze stupefacenti o droghe, o se avesse disturbi psichiatrici, o stesse seguendo una terapia con uno psichiatra.