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Sciolta la Commissione Esteri del Senato dopo la bufera sul presidente Vito Petrocelli, accusato di filoputinismo

Pubblicato: 10/05/2022 22:06

La Giunta per il Regolamento del Senato ha espresso parere positivo allo scioglimento della Commissione Esteri di Palazzo Madama, dopo le polemiche suscitate dalle esternazioni filoputiniane del suo presidente, Vito Petrocelli. Le parole del senatore del Movimento 5 Stelle avevano portato alle dimissioni di 20 membri su 22, e a varie richieste di dimissioni cadute nel vuoto. L’impasse è stato superato con la decisione della Giunta di sciogliere e rinnovare la Commissione, per consentire la ripresa dei lavori.

Commissione Esteri del Senato sciolta: Casellati da l’ok

La presidente del Senato Elisabetta Casellati ha avvallato la decisione della Giunta per il Regolamento, che ha votato all’unanimità per lo scioglimento della Commissione Esteri. “I gruppi sono invitati a procedere alle designazioni di rispettiva competenza entro venerdì 13 maggio alle ore 13“, ha dichiarato Casellati, scandendo i tempi per il rinnovo dell’organo parlamentare.

La scelta di chiedere alla Giunta un parere è arrivata da parte dei senatori, così da superare l’impasse in cui la Commissione si è trovata. Le motivazioni presentate per lo scioglimento riguardano le dimissioni di praticamente tutti i suoi componenti dopo le esternazioni filoputiniane del presidente Petrocelli, che secondo i regolamenti non poteva essere sfiduciato. I partiti hanno rifiutato di presentare altri componenti per sostituire i dimissionari, e si è arrivati così al cortocircuito.

Vito Petrocelli: “La vendetta è consumata”

Non ha preso bene la decisione il senatore Vito Petrocelli, che ha commentato amaramente l’epilogo della vicenda: “Quanto deciso dalla Giunta per il regolamento è una vendetta politica, nei confronti di un senatore che legittimamente ha detto no all’invio delle armi in Ucraina“, ha commentato il pentastellato, su cui pende anche l’espulsione a lungo annunciata da parte del Movimento ma non ancora concretizzatasi.

Il senatore dichiara di pensare a un ricorso alla Corte costituzionale in caso i suoi legali diano il via libera. In merito al tweet che ha scatenato la bufera, quello con la “Z” simbolo dell’invasione russa pubblicato lo scorso 25 aprile, Petrocelli commenta: “Sì, lo rifarei. Quella è stata una provocazione, che rifarei, siamo in tempi in cui non serve più essere moderati“.

Tweet di vito petrocelli