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Tom Hanks mette all’asta la sua Fiat 128, quanto vale l’auto usata in The Post

Pubblicato: 26/07/2022 14:02

L’attore partecipa a un’asta di beneficienza con l’auto usata nel film The Post. Si tratta di una macchina d’epoca risalente al 1975, che l’attore aveva deciso di acquistare dopo il film.

Tom Hanks vende la Fiat 128 all’asta di beneficienza

Nel film, uscito nel 2017, Tom Hanks è il co-protagonista e direttore del giornale The Post, realizzato da Steven Spielberg e che ha per tema i Pentagon Papers. In diverse scene, l’attore viene inquadrato alla guida di questa macchina che oggi è diventata un pezzo di collezione. Appassionato di auto d’epoca, Hanks ha deciso di acquistarla alla fine di quel film. Oggi la mette all’asta per beneficenza e il ricavato sarà devoluto per finanziare i progetti della Southern California Public Radio, un ente benefico della zona di Santa Monica, in California. La celebre 128 però non è solo la macchina di The Post ma anche la vettura utilizzata da Enzo Ferrari nella vita di tutti i giorni. Il modello originale in realtà era fuori dal mercato dal 2003 e per le riprese, la produzione decise di dipingere di verde chiaro la carrozzeria. Al momento dell’acquisto, Hanks decise di farla tornare del colore originale e aggiungerla alla sua collezione personale. Nelle scorse settimane, i fan avevano mostrato preoccupazione per Tom Hanks, apparso tremolante in alcune riprese video e irascibile dopo uno screzio con i fan alla fine di una cena con la moglie Rita Wilson. Oggi la star di Hollywood sembra in realtà in salute e ha deciso di dedicarsi alla beneficenza. Non sappiamo quanto vale, ma secondo il sito Hagerty.co.uk, la base d’asta parte da 24mila dollari.

The Post : di cosa parla il film con Tom Hanks e Meryl Streep

Diretto da Steven Spielberg, il film The Post racconta la vicenda giornalistica dei Pentagon Papers, documenti segreti trapelati dal dipartimento della difesa degli USA e usciti prima sul New York Times, poi sul Washington Post. In seguito alla sospensione della pubblicazione dei documenti sul New York Times, su pressione dell’allora presidente Richard Nixon, un giornalista del Post, Ben Bagdikian, rintraccia la fonte che ha consegnato le informazioni al New York Times per scriverne sulla sua testata. Così in pochissimo tempo, circa otto ore, i giornalisti del post mettono insieme tutti i documenti e mandano in stampa tutto nonostante gli avvocati sconsiglino fortemente quest’azione. II post quindi rischia e pubblica il dossier. Il giorno dopo, un rappresentante della Casa Bianca telefona al Post e chiede che venga sospesa la pubblicazione sui documenti legati al Vietnam ed entrati in possesso della redazione. Di fronte al rifiuto del direttore del Post, che quindi non cede alle pressioni del governo, il giornalista viene citato in giudizio insieme ai redattori del NYT e tutti i redattori coinvolti nell’inchiesta si presentano in tribunale. Alla fine la Corte suprema statunitense assolve il New York Times e il Post con la motivazione che la Stampa non è al servizio dei governanti ma dei governati. Solo l’anno successivo avverrà il Watergate, scandalo che portò alla defenestrazione di Richard Nixon per impeachment.

Ultimo Aggiornamento: 26/07/2022 14:04