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Paola Caruso, peggiora la situazione del figlio Michele: la terribile novità sulla paresi, situazione drammatica

Pubblicato: 13/03/2023 16:26

La situazione clinica del piccolo Michelino, figlio di Paola Caruso, sembra essere sempre peggiore. Lo ha raccontato proprio l’ex Bonas, tra le lacrime, negli studi di Verissimo.

Paresi del nervo sciatico: questa sarebbe la definitiva diagnosi di cosa è accaduto al piccolo Michele, il figlio di Paola Caruso che lo scorso 21 novembre, a quanto pare per colpa di un farmaco sbagliato, è stato travolto da una serie di vicissitudini cliniche drammatiche. Il racconto era stato fatto nel corso di un’intervista pochi mesi fa: “Siamo andati in vacanza a Sharm el-Sheikh, ha iniziato ad avere febbre che non si abbassava. Chiamammo un medico e mi disse: ‘Signora facciamo le punture’, allora tu da mamma che fai? Ti fidi. Mai che lo avessi fatto! Con questa puntura, mio figlio grida in una maniera… poi si alza dal letto e cade a terra. Praticamente non sentiva più la gamba, non la muoveva più. Con la puntura era stato lesionato il nervo sciatico. Gli hanno iniettato un medicinale tossico”. La situazione è subito apparsa tragica: al ritorno in Italia sono cominciate le difficoltà, in quanto la medicina italiana avrebbe avuto difficoltà a capire come intervenire per gestire gli effetti di un farmaco da noi poco conosciuto.

Ora, Paola Caruso ha raccontato che le cose con il tempo non sono migliorate:”In questi mesi si sarebbe dovuto riprendere, almeno del 50%. Questo, invece, non è avvenuto. La gamba è migliorata perché la muove, ma non ha la sensibilità. Il piede, purtroppo, non lo muove ancora. A questo punto non possiamo aspettare ancora, perché è un bambino. Lui ogni giorno mi dice: ‘Mamma, ma non dovrò portare per tutta la vita il tutore, vero?’. Io gli dico di no ma è una bugia, lo capisci? Tu sei una mamma, puoi capirlo Silvia”.

Una speranza è racchiusa in una clinica negli Stati Uniti:”Negli Stati Uniti, invece, c’è la clinica migliore al mondo per i nervi, dove dovrebbero esserci dei dottori bravissimi. A marzo andremo lì per un consulto, ho solo questa possibilità. Come sta lui? Non sa esprimersi, però lo vedo che non è spensierato. È cambiato tantissimo, io non so come devo fare. Questi dottori mi hanno detto: ‘Non siamo cattivi, siamo realisti. Lei deve smetterla di pensare che si risolverà perché fa del male a lei e al bambino. Lei deve pensare che può solo un po’ migliorare’. È un dolore troppo grande”.