Una tragedia sconvolgente ha colpito la comunità dell’ospedale San Filippo Neri. Rossella Nappini, madre di due figli e infermiera presso l’ambulatorio dell’ospedale, è stata trovata senza vita, in un lago di sangue. Curiosamente, anche sua sorella lavora presso lo stesso ospedale, ma risiede a San Lorenzo.
Secondo le testimonianze dei vicini, Rossella era una donna schiva, concentrata principalmente sul lavoro e sulla famiglia. “Era schiva, solo casa e lavoro”, condividono. Tuttavia, uno sguardo al suo profilo Facebook rivela un dettaglio straziante: nel 2018, per il suo compleanno, aveva chiesto donazioni per “la casa delle donne per non subire violenza”. Questa richiesta solleva innumerevoli domande sulle circostanze della sua scomparsa.
La scoperta del corpo di Rossella è avvenuta per caso, quando due studenti si sono imbattuti nella scena del crimine. Paolo Tedesco, amministratore del palazzo in cui la vittima risiedeva da qualche mese con l’anziana madre di circa 80 anni, è stato chiamato sul posto da un condomino. Tedesco condivide: “L’infermiera l’ho incontrata solo due volte, mi è sembrata subito una persona perbene, ma non la conoscevo, non posso dire di più. Pare che il corpo sia stato trovato da due ragazzi”.
Con la crescente preoccupazione circa la natura violenta del delitto, la scena è stata prontamente presidiata dalla squadra mobile, con la presenza anche della pm Claudia Alberti, specializzata in casi di violenze di genere. Ora l’attenzione si rivolge all’arma del delitto. Al momento, gli operatori Ama, in collaborazione con la polizia, stanno svuotando i cassonetti nella via in cui si trova l’edificio, sperando di trovare indizi cruciali che possano far luce sull’accaduto.
La comunità è sotto shock, e la ricerca di risposte continua. La tragedia di Rossella Nappini sottolinea l’importanza di prestare attenzione e offrire sostegno alle vittime di violenza, affinché tali eventi tragici possano essere prevenuti in futuro.
Omicidio di Rossella Nappini: arrestato il presunto assassino
Gli inquirenti hanno trascorso tutta la notte a sentire testimoni. Sono molteplici, al momento, i sospettati. Secondo i primi risultati delle indagini, l’assassino conosceva la sua vittima. L’omicidio non è stato la conseguenza di una rapina finita male, visto che la sua borsetta è stata ritrovata accanto a lei. Inoltre alcuni condomini avrebbero raccontato alle autorità, che la donna avrebbe discusso e urlato prima dell’uccisione. Che il suo assassino si sia recato da lei per una resa dei conti? Secondo gli ultimi aggiornamenti sul caso, a uccidere la donna con diverse coltellate sarebbe stato l’ex fidanzato, un 45enne marocchino con cui la donna in passato avrebbe intrattenuto una relazione. I poliziotti della Squadra Mobile Capitolina lo hanno rintracciato mentre si trovava in via Trionfale. Un dettaglio cruciale rafforza l’ipotesi che a ucciderla sarebbe stato proprio lui: una testimone aveva visto l’uomo fuggire dalla finestra dopo l’uccisione di Rossella. Molti vicini inoltre, avrebbero rivelato agli inquirenti, che il presunto assassino e Rossella litigavano frequentemente.