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Strage di Ustica, l’intervista di Giuliano Amato lascia tutti a bocca aperta: perché parla solo ora

Pubblicato: 05/09/2023 09:58

A diversi decenni di distanza, non si conoscono ancora i dettagli che hanno portato alla strage di Ustica. È uscita di recente un’intervista a La Repubblica, nella quale Giuliano Amato fa delle dichiarazioni commentate poi aspramente dai suoi colleghi politici. Perché l’ex presidente del Consiglio ha deciso di parlare della strage soltanto ora? È quello che si chiedono in molti, dopo anni di silenzi e verità non dette.

Strage di Ustica, l’intervista choc di Giuliano Amato

Era il 27 giugno 1980 quando un aereo civile sparì dai radar. Il velivolo si spezzò e tutti i passeggeri a bordo morirono. Il relitto fu recuperato dal fondo del mare. Cosa successe quella notte resta tutt’oggi un mistero. Giuliano Amato ha riaperto il caso dopo anni di silenzio. Secondo l’ex presidente del Consiglio, il Dc9 dell’Itavia precipitato vicino a Ustica il 27 giugno 1980 è stato abbattuto da un missile francese. Un’ipotesi che già era sul tavolo, della quale aveva parlato per la prima volta Cossiga 20 anni fa. Tuttavia quest’affermazione, ha generato una reazione da parte dell’opinione pubblica che si chiede perché Giuliano Amato parli soltanto ora.

Perché Giuliano Amato parla soltanto ora

“La richiesta che mi è arrivata da Simonetta Fiori ha incontrato il mio bisogno di verità che a una certa età diventa più urgente, con il tempo davanti che si accorcia ogni giorno. Ne è scaturito un racconto storico che non aspirava a rivelare segreti sconosciuti ma ad avvalorare una ricostruzione che è custodita in centinaia di pagine scritte dai giudici, nelle svariate perizie, anche nelle inchieste di giornalisti bravi come Andrea Purgatori, ma che si è dovuta arrestare davanti a più porte chiuse”, ha ammesso Amato dopo l’intervista che ha fatto tanto discutere. Dunque l’ex Premier ha lanciato un appello: “Chi sa parli ora: questo il senso dell’appello rivolto ai testimoni reticenti, gli ultimi sopravvissuti di una generazione che si sta estinguendo (ma curiosamente mi è stato chiesto anche dalla premier di produrre nuove prove)”, ha ammesso Giuliano Amato. Secondo lui “nessuno aveva interesse a scoperchiare un segreto coperto dalla ragion di Stato o di Stati: la tragedia di Ustica era stato un atto di guerra in tempo di pace in un paese a sovranità nazionale limitata”. Ora si rivolge a Macron, che all’epoca dei fatti aveva soltanto tre anni e non è personalmente coinvolto nella vicenda. “Con l’intervista ho voluto lanciare una sfida per arrivare alla verità su Ustica. Ora tocca a chi ne è in grado raccoglierla, sotto la spinta di una stampa non prigioniera del piccolo cabotaggio”.

L’indignazione dei politici contro Giuliano Amato

“Su questa vicenda anche Amato dice una serie di cose sbagliate, sia contro l’Aeronautica italiana che sul conto di Craxi. E fa affermazioni in contrasto con le sentenze giudiziarie”, ha commentato Maurizio Gasparri. “Non si può fare giustizia in base a un’intervista. Se Amato ha da dare nuove informazioni sulla vicenda vada dai magistrati e racconti quello che sa”, la critica di Maurizio Gasparri. C’è anche chi sottolinea che per far intervenire Macron non basta un’intervista. Insomma, in generale, nessuno ha approvato le rivelazioni di Amato.